Metti insieme ministri, politici, amministratori. Chi ha il potere e il dovere di fare “scelte per tempi difficili” come recitava il titolo della XXV edizione di Direzione Nord, iniziativa promossa a Milano da Fondazione Stelline: titolari di dicasteri come giustizia, pubblica amministrazione, turismo, leader di partito come Matteo Renzi e Carlo Calenda.

Poi finisce che ti trovi un protagonista imprevisto e inconsapevole che, anche se non c’è fisicamente, finisce per monopolizzare interviste e dichiarazioni: Marina Berlusconi. Non parlando di emittenza televisiva, malgrado la presenza del sottosegretario Alberto Barachini e dell’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi, e neanche di rapporti delle aziende con l’apparato statale, sebbene tra i partecipanti vi fosse il ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo. Ma per le parole pronunciate 24 ore prima dalla Presidente di Fininvest e di Mondadori sulle politiche economiche di Donald Trump.

«Sono bastati davvero pochi giorni, stiamo parlando dei primi 100 giorni, per far vacillare quelle che erano le certezze su cui era stato costruito l’ordine politico ed economico del dopoguerra. E per infliggere obiettivamente un colpo durissimo alla credibilità dell’America e quindi dell’Occidente» aveva dichiarato, puntando dritto alla politica dei dazi e condannandola senza mezzi termini: «È stata aperta una ferita profonda per la loro credibilità, che non sarà facile da far rimarginare. Bisogna sperare che Trump sia costretto, come sta accadendo, dai problemi e dai danni provocati dalle sue decisioni, a rivedere un po’ tutto e a fare marcia indietro. Sta succedendo».

Sebbene avessero fatto seguito anche parole di apprezzamento elogio verso l’atteggiamento del governo e segnatamente di Giorgia Meloni, la critica senza riserve verso il Presidente Usa, ha finito per infilarsi nelle pieghe politiche del confronto ospitato da Direzione Nord. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, interpellata dai giornalisti, non ha trattenuto la critica, affermando che “Non mi sembra giusto intervenire a gamba tesa con giudizi sul Presidente degli Stati Uniti, che sono un nostro alleato con il quale, a prescindere dal Presidente, dovremo avere rapporti buoni. Ovvio che Trump a volte, in termini di comunicazione, le spara molto grosse, però forse è una sua tecnica di cui poi vedremo i risultati”.

Di tutt’altro tenore le parole della vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, per la quale: “Marina Berlusconi è sempre stimolo di grande riflessione e penso che vada ascoltata. È un’imprenditrice che ha il polso economico del Paese e internazionale, che conosce bene i numeri e che ha visione”. Insomma, un bel solco tra forze della maggioranza di governo nel quale non ha perso l’occasione per infilarsi Matteo Renzi, che ha tirato una bacchettata sulle mani di chi avesse cerato di tirar per la giacchetta la primogenita di Silvio, chiarendo che il suo profilo imprenditoriale basta e avanza: “Marina Berlusconi non è nel centrodestra. È un’imprenditrice tra le più importanti di questo Paese. Le sue aziende non sono solo un valore per gli azionisti, ma anche per tutti gli italiani. Ascoltiamo con piacere la voce di una delle poche imprenditrici che ha il coraggio di dire che l’abbraccio con il trumpismo distrugge l’Italia”.

Il leader di Italia Viva non ha incrociato il presidente di Azione, Carlo Calenda, ma il commento di quest’ultimo è stato sulla stessa linea: “Marina Berlusconi ha fatto bene a ricordare che questa sfida si affronta con gli altri Paesi europei. È un messaggio che l’Italia deve tenere molto bene in considerazione. Questo governo ha al suo interno cose molto diverse: Forza Italia è un partito dell’area popolare, Salvini è alleato con chi vuole distruggere l’Europa, Fratelli d’Italia viene da quell’area, ma Meloni ha tenuto una linea di politica estera condivisibile”. “Persone che hanno qualcosa da dire” (è il motto di Direzione Nord) a Cologno Monzese continuano a esserci.