L’esercito russo sempre più vicino alla presa di Mariupol, città portuale del sud dell’Ucraina e ritenuta cruciale da Vladimir Putin per controllare il Mar d’Azov insieme alla Crimea e al Donbass. “La bandiera ucraina sventola su Mariupol, la città è circondata, le forze russe hanno preso il controllo della periferia, la città è in un anello e si sta restringendo” dice il sindaco Vadym Boychenko, in un’intervista all’agenzia ucraina Unian. “Il 50% della popolazione di 540mila persone è stata evacuata dalla città e il 90% del patrimonio abitativo è stato danneggiato, 2.600 case”.

Mariupol “ha bisogno di un’evacuazione completa -aggiunge Boychenko- Migliaia di persone sono morte, posso dire con certezza che questa cifra è molto più alta di 2187 (dati del consiglio comunale due settimane fa)”. Numeri approssimativi in una delle città più bombardate dall’esercito russo. Dalla tragedia del Mariupol Drama Theater (dove sarebbero morte 300 persone, 600 le sopravvissute) a quella dell’ospedale pediatrico e di ostetricia.

Una città letteralmente rasa al suolo da settimane di guerra, con i bombardamenti delle truppe di Mosca che hanno distrutto scuole, abitazioni, ospedali e centri culturali. Scarseggiano viveri, manca l’acqua, gli abitanti vivono in condizioni disperate. Centinaia i cadaveri gettati in fosse comuni così come era già emerso nelle scorse settimane.

Durissime le accuse del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai Paesi della Nato, rei di non aver abbastanza “coraggio” quando si tratta di aiutare l’Ucraina. Da giorni chiede l’invio di carri armati, aerei e altri mezzi ma per ora l’Occidente “gioca a ping-pong nel decidere chi dovrebbe mandare i jet”. “Oggi ho parlato con i difensori di Mariupol – dice -. Sono in costante contatto con loro. La loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono straordinarie. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando come mandarci aerei e tank avessero l’1% del loro coraggio”.

Intervistato da Abcnews, l’ex capo della Cia David Patreus elogia i cittadini della città portuale e i pochi soldati rimasti, “stanno combattendo fino all’ultimo difensore e stanno mettendo in difficolta i tanti battaglioni russi in modo molto eroico“, ma “alla fine Mariupol cadrà, sarà presa”. E paragona la resistenza a quella della battaglia di Alamo in Texas avvenuta nell’800 tra le forze messicane e texane e terminata, dopo 13 giorni, con la presa della missione e la morte di tutti i difensori texani.

Nelle scorse ore anche Sergey Orlov, vice sindaco di Mariupol, ha denunciato che si inizia a morire “per disidratazione e fame”. Ci sono “persone che stanno morendo per disidratazione e mancanza di cibo – ha detto – Alcuni muoiono per la mancanza di medicine, di insulina” e “perché le persone non riescono a trovare assistenza medica”. Ci sono “mamme che non hanno latte e che non hanno alimenti per i bambini”. “Non ci sono alimenti per i bambini in città”, ha incalzato intervistato dalla Bbc. Secondo Orlov il 70% degli ospedali di Mariupol è stato “distrutto dai bombardamenti”. Sarebbero circa 100mila le persone al momento bloccate a Mariupol. “Cercano solo ogni possibilità per sopravvivere”, si “dividono il cibo, l’acqua, raccolgono legna per cucinare in strada” ha spiegato Orlov.

Inascoltato dal Cremlino l’appello del generale di polizia ucraino Vyacheslav Abroskin: “Fatemi salvare i bambini di Mariupol, poi mi prenderete come ostaggio, tanto sono anche nella vostra lista, avete già cercato di eliminarmi. La mia vita appartiene solo a me e la offro in cambio della vita dei bambini che restano ancora lì”. “Oggi sono rimasti molti bambini in una città completamente distrutta” spiega in un lungo post pubblicato sui social. “Se non verranno salvati moriranno nei prossimi giorni, il tempo stringe” aggiunge.

Il generale Abroskin ha combattuto a lungo contro la Russia in Donbass tra il 2014 e il 2018. “Ancora prima che la guerra iniziasse – spiega – promisi agli abitanti della città di Mariupol che l’avremmo difesa insieme al Battaglione Azov“. Poi la proposta agli invasori: “Faccio appello agli occupanti russi: datemi l’opportunità di far uscire i bambini da Mariupol, invece di loro vivi mi offro io. Vi chiedo di farmi entrare a Mariupol per raccogliere bambini e organizzare la loro evacuazione. Ho bisogno di tre giorni in città. Poi mi consegnerò”. 

A MARIUPOL “OLTRE 5MILA CIVILI UCCISI”

Nella giornata di lunedì 28 maggio, il sindaco ha aggiornato il numero delle vittime civili: “In 27 giorni di assedio a Mariupol sono morte circa 5mila persone fra cui 210 bambini”. I dati, precisa il primo cittadino, sono del tutto approssimativi perché i combattimenti sono in corso e non è facile soccorrere le persone. “Secondo le nostre stime, al momento ci sono 160mila persone in questa città, dove è impossibile vivere perché non c’è acqua, elettricità, riscaldamento” ha poi aggiunto chiedendo, per l’ennesima volta, l’evacuazione dei cittadini.

“A MARIUPOL E’ GENOCIDIO NO CRIMINI DI GUERRA, PERSONE OSTAGGIO”

I crimini dei russi a Mariupol possono considerarsi genocidio. Lo ha detto la procuratrice generale dell’Ucraina Iryna Venediktova, citata da Unian. “Quello che sta accadendo a Mariupol non è più un crimine di guerra… La guerra ha delle regole, ma qui non ci sono regole. Penso che si possa parlare di genocidio quando l’intera citta è tenuta in ostaggio e penso che si possa parlare di genocidio. Dove la gente è senz’acqua, senza cibo, senza riscaldamento. Dove non c’è possibilità di andarsene. Dove vengono prese a fucilate colonne che cercano di partire. Dove viene distrutto un ospedale per la maternità”, ha detto Venediktova.

Redazione

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