Putin ha definito l’invasione dell’Ucraina come un’operazione per “smilitarizzare” e “denazificare” il Paese. Il Presidente della Russia si è aggrappato a un pretesto per costruire la sua propaganda e per descrivere il governo di Kiev come un governo di nazisti. Quel pretesto a un nome: “battaglione Azov”, famigerato, composto da estremisti neonazisti, accusato di crimini di guerra, inquadrato comunque nella Guardia Nazionale.

La brigata si è formata a Urzuf, a una quarantina di chilometri da Mariupol: la città sul mare di Azov assediata da giorni, dove manca la luce e l’acqua, sotto il fuoco delle forze armate russe. La sua conquista rappresenterebbe uno snodo cruciale della guerra in quanto permetterebbe il collegamento della costa tra la penisola di Crimea, annessa dalla Russia, e le sedicenti e autoproclamate Repubbliche Popolari del Donbass, anche queste fondate nel 2014. Proprio in quello stesso anno nasceva la brigata Azov per contrastare i combattenti filorussi del Donbass.

Il battaglione ha fuso due gruppi paramilitari della galassia dell’estrema destra ucraina. Venne fondato da Andriy Biletsky, militante neonazista. Sarebbe stato composto da duemila persone che con l’aggiunta di altri innesti da altre organizzazioni paramilitari possono diventare anche 10mila. Dichiarano, ufficialmente, che solo il 10-15% dei suoi membri ha simpatie naziste – parole poco credibili per gli osservatori. Il battaglione infatti ha un simbolo che risale al nazismo – il Wolfsangel, una trappola per lupi di origine medievale, blu scuro su scudo con soli gialli – e celebra puntualmente Stepan Bandera, l’ultranazionalista ucraino collaboratore del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale. A sponsorizzare la formazione di battaglioni paramilitari, negli anni violenti di Euromaidan, era stato l’industriale Arsen Avakov, ministro dell’Interno di tre governi, che provò a spingere per integrare il battaglione nella Guardia Nazionale dell’esercito regolare.

Il ricorso ai gruppi paramilitari fu massiccio in quegli anni per combattere i separatisti filorussi. Oltre quaranta battaglioni. All’inizio quello di Azov era una delle cinque unità paramilitari (con Aidar, Dnepr-1, Dnepr-1 e Donbass) composte da nazionalisti provenienti da tutta Europa. Era stato inquadrato nella polizia, dal 2015 fa parte della Guardia Nazionale. La sua attività comprende anche ricognizione, addestramento e bonifica del territorio da ordigni. È stato spesso celebrato dal governo di Petro Poroshenko, predecessore di Volodymyr Zelensky, che lo aveva definito la “migliore unità” dell’esercito. Il centro di addestramento si trova nell’ex complesso industriale di Atek, alla periferia di Kiev.

La brigata è stata però accusata dall’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite e da diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani di aver compiuto crimini di guerra: bombardamenti ingiustificati di aree densamente abitate, detenzioni illegali, torture, uccisioni extra giudiziali, persecuzione di oppositori politici. Le formazioni politiche di estrema destra sono diverse in Ucraina: come Svoboda e Settore Destro. A livello locale sono attivi altri gruppi. Corpo Nazionale, il partito diretta emanazione del battaglione conta al momento 23 consiglieri locali. Cancellato dai social il gruppo ora fa propaganda su Telegram.

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha mai celebrato il battaglione, che lo aveva in più occasioni minacciato di colpo di Stato nel caso in cui avesse ceduto alle richieste russe. La brigata riunisce anche combattenti dall’estero. I neonazisti tuttavia sono deboli in parlamento. Il Battaglione Azov definisce le accuse di neonazismo come propaganda russa. Il battaglione ha riconosciuto che alcuni dei suoi membri avevano convinzioni politiche di estrema destra, ma ha affermato che non erano rappresentativi del gruppo nel suo insieme. “Sono tutti disposti a morire per il loro paese”, avevano commentato membri in un reportage di Newsweek. “Il loro sostegno significa meno se sono nazionalisti?”. Hanno legami in Italia con la formazione neofascista CasaPound.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.