Americana
Melania Trump, l’alleata inaspettata a cui si affidano Zelensky e l’Unione Europea
Nell’ambito degli incontri e delle negoziazioni in corso riguardo il futuro della guerra in Ucraina, i Paesi europei hanno mandato negli Stati Uniti i loro leader: da Macron a Merz, passando per Meloni, Starmer, Rutte e il finlandese Stubb. E proprio a Washington potrebbero trovare un alleato insperato: Melania Trump.
Il ruolo di Melania e la lettera a Putin
La First Lady ha fatto notizia quando, durante l’incontro in Alaska degli scorsi giorni, avrebbe fatto consegnare a Vladimir Putin una lettera in cui chiedeva di restituire all’Ucraina i bambini rapiti dai territori occupati. È un’incursione rilevante all’interno dei negoziati, un forte elemento di pressione sulla Russia soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica americana, che potrebbe essere letta anche come una sorta di “risposta” al trattamento, fin troppo di favore, riservato dal marito al dittatore russo. La lettera è piaciuta anche alla First Lady Ucraina Olena Zelenska che, per ricambiare il gesto, ha fatto consegnare dal marito al Presidente Trump una lettera per Melania.
I precedenti
Non è la prima volta che una First Lady interviene in modo netto su temi al centro del dibattito pubblico. Eleanor Roosevelt ottenne grande sostegno nel Paese per la sua attenzione agli ultimi, e successivamente per la richiesta, solo parzialmente accolta, di integrare le persone di colore e le donne all’interno dei ranghi dell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale. Betty Ford fece notizia quando, partecipando al programma 60 Minutes si dichiarò inequivocabilmente a favore del diritto d’aborto, dimostrandosi, a cinquant’anni di distanza, avanti rispetto a una base repubblicana che ancora oggi non è pronta a riconoscere questa libertà.
I rapimenti dei bambini in Ucraina
Parentesi storica a parte, cosa dicono i dati rispetto ai rapimenti dei bambini in Ucraina? In una scheda informativa della Yale School of Medicine, si segnala l’importanza del lavoro di rottura con la lingua e la cultura ucraina per le vittime tramite un percorso di rieducazione e di adozione forzata con famiglie russe, talvolta anche rilasciando nuovi certificati di nascita con nomi e date di nascita diverse. Secondo la piattaforma Children of War, sarebbero oltre 19000 i bambini che sarebbero stati portati con la forza in Russia, anche se ovviamente risulta difficile stabilire con precisione il numero.
L’altro pensiero
Ma l’attivismo verso una causa nobile come questa non è l’unica attività che sta occupando l’agenda e i pensieri di Melania Trump in questi giorni. Come riportato da diverse testate internazionali, infatti, la First Lady avrebbe chiesto ad Hunter Biden, figlio di Joe, quasi un miliardo di dollari di risarcimento danni per delle dichiarazioni che il figlio dell’ex Presidente avrebbe fatto al giornalista Andrew Callahan, sostenendo che Donald Trump e Melania si sarebbero conosciuti grazie alla mediazione di Jeffrey Epstein, il finanziere che ha creato, ad oggi, la più grande crisi mai vista nel mondo MAGA.
Melania ancora sulla scena
La First Lady sostiene che le parole di Hunter Biden le avrebbero causato un danno finanziario e reputazionale, amplificato dalla grande diffusione che l’intervista ha avuto sui social, dove, da qualche giorno, girano diversi spezzoni della conversazione. Hunter Biden ha replicato il 14 di agosto, sostenendo con un linguaggio colorito che non si scuserà con Melania Trump, citando diversi articoli che già nel 2019 sostenevano la tesi riportata dal figlio di Joe Biden. Dopo diversi mesi in sordina, Melania Trump entra rumorosamente sulla scena politica nazionale e internazionale. Sarà una coincidenza dettata dagli eventi, o dietro queste mosse si cela la volontà di sfruttare i suoi indici di gradimento, che ci parlano di una First Lady con un saldo positivo di +13 punti nel gradimento dell’opinione pubblica?
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