La misura cautelare gli consente di andare a lavoro
Miriam Ciobanu, l’investitore torna a casa ma non può uscire di notte: “Non l’ho vista, ho sentito il botto”
“Ho sentito il botto sul cofano – ha detto al giudice – e ho frenato. Solo allora mi sono reso conto di quello che era successo”. È questo che l’operaio 23enne che ha investito Miriam Ciobanu, 22 anni, morta nella notte tra lunedì 31 ottobre martedì primo novembre nel trevigiano, ha raccontato ai giudici. Il giudice per le indagini preliminari Cristian Vettoruzzo ha accolto le richieste del pubblico ministero Mara De Donà che nei confronti del ragazzo che ha investito e ucciso Miriam Ciobanu aveva chiesto l’obbligo di dimora e il divieto di uscire di casa nelle ore notturne.
Il 23enne era in carcere da martedì 1 novembre con l’accusa di omicidio stradale aggravato dall’effetto di alcol (è risultato positivo al test con 1,53 grammi per litro) e droghe e dal fatto che l’auto correva oltre il doppio del limite di velocità che su quel tratto di strada, in viale Vittorio Veneto a Pieve del Grappa, è di 60 chilometri all’ora. Ora il giudice ha stabilito che potrà stare a casa e andare a lavorare ma non potrà uscire tra le 19.30 e le 05.30 del mattino. “Le misure cautelari – ha spiegato il Procuratore di Treviso Marco Martani, come riportato dal Corriere della Sera – non sono un anticipo della pena ma fanno riferimento esclusivamente ad alcune prescrizioni che sono il pericolo di fuga, l’inquinamento delle prove e la pericolosità sociale”.
Il 3 novembre il 23enne è comparso davanti al giudice per la convalida dell’arresto, ha risposto a tutte le domande. Ha raccontato di non aver visto la ragazza che camminava in strada. “Non mi sentivo ubriaco, anzi stavo bene. Lì la strada è leggermente in discesa ed è facile accelerare. La ragazza stava in centro strada, peraltro vestita di nero. Non so perché fosse in quella posizione, in un tratto privo di illuminazione pubblica”, ha detto. Secondo i tossicologici il 23enne aveva residui di marijuana nel sangue. “Il mio cliente – spiega il suo avvocato Luca Milano, del Foro di Vicenza – non ha assunto stupefacenti la sera che ha preceduto l’incidente ma avrebbe fumato il pomeriggio del giorno prima”.
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