Morto dopo che gli ovuli di cocaina che trasportava dopo averli ingeriti sono “scoppiati” al suo interno, è stato fatto a pezzi per recuperare il prezioso carico.

Quattro persone di origini sudamericane sono state raggiunte da ordinanza di misura cautelare dopo una lunga indagine condotta da Questura e comando provinciale dei Carabinieri di La Spezia: inchiesta avviata dopo il ritrovamento dei resti del cadavere del corriere nel febbraio dello scorso anno nel bosco di monte Parodi, alle spalle della città ligure.

I quattro sono accusati di importazione, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di cocaina e di vilipendio e occultamento di cadavere. Indagini avviate proprio dopo il ritrovamento dei resti del corriere sudamericano, un teschio e altri resti umani rinvenuti da un escursionista il 17 febbraio 2022.

Resti, come scoperto nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia e condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile della Questura e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri, appartenenti ad un corriere della droga morto a causa dello scoppio di alcuni ovuli di cocaina che aveva ingerito.

Le misure cautelari sono stati emesse dal gip di La Spezia Fabrizio Garofalo nei confronti di due dominicani, un colombiano e un ecuadoriano. Il principale indagato, un 37enne domenicano, non è stato però rintracciato.

Il ritrovamento di ovuli di cocaina nella zona in cui venne scoperto il cadavere fatto a pezzi del corriere spinsero le indagini di Polizia e carabinieri sulla pista del traffico di droga. Successivi esami sul cadavere hanno poi confermato tale ipotesi: il cadavere dell’uomo presentava chiari segni di intossicazione da stupefacenti compatibili con la rottura di un ovulo, nonché tracce di un’operazione chirurgica artigianale effettuata post-mortem per recuperare lo stupefacente.

(in aggiornamento)

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.