Al di là delle dichiarazioni ufficiali, di una versione per i giornalisti e le agenzie stampa in cui viene fatto filtrare un confronto costruttivo e sereno, nella Lega continuano a volare gli stracci tra i due fronti in guerra da tempo: quello dei governisti, capitano dal numero due del Carroccio e ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, assieme ai governatori del Nord Zaia e Fedriga, e l’ala del partito più vicina a Matteo Salvini che spinge per uscire dall’esecutivo e cannoneggia quotidianamente contro Draghi.

La proverbiale ‘goccia che fa traboccare il vaso’ per i gruppi alla Camera e al Senato sempre più a disagio nel sostenere il governo Draghi è la ‘sfida’ lanciata dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle su cannabis e ius scholae, due disegni di legge irricevibili per l’ala più radicale del Carroccio.

Così nel vertice convocato lunedì pomeriggio nella sede della Lega di via Bellerio, alla presenza di Salvini e dei maggiorenti del partito, le indiscrezioni parlano di un Giorgetti costretto a giustificare la sua ‘linea’ con il fronte interno opposto.

Per i pasdaran leghisti infatti il sostegno del Carroccio al governo Draghi sta costando carissimo sul fronte dei consensi, con i sondaggi che danno Salvini e soci in costante calo e ormai distanti dall’amica-nemica Giorgia Meloni, nell’eterna contesa per la leadership del centrodestra. Il pericolo, secondo i non-governisti, è di finire per essere scavalcati non solo da Fratelli d’Italia, che gode nelle intenzioni di voti del fatto di essere l’unico partito di opposizione, ma anche dal Movimento 5 Stelle e di una possibile uscita dalla maggioranza del partito di Giuseppe Conte.

Tesi e parole che non hanno convinto affatto Giorgetti. Il Corriere della Sera scrive oggi che il ministro dello Sviluppo Economico di fronte alle accuse lo avrebbe detto chiaramente: “Se il problema sono io mi tolgo subito di mezzo”. Il numero due del partito ha ricordato all’ala barricadera che “non tutto quello che abbiamo in mente di fare possiamo farlo”, non avendo il Carroccio la maggioranza in Parlamento. Per questo Giorgetti ha rimandato tutto alle prossime elezioni del 2023: “La Lega le vincerà e farà tutto quello che vorrà”.

Nel mezzo c’è Salvini, nel ruolo di mediatore interessato. Il segretario ha rimandato il tutto a settembre, ma l’estate sarà decisiva per portare a casa le battaglie del partito su pensioni, taglio delle tasse, pace fiscale e autonomia differenziata. “Se entro la fine dell’estate non avremo le risposte che aspettiamo decideremo“, è l’aut-aut di Salvini.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.