L'€conomista
Non tecnologia, ma cultura. Kyndryl Italia: le imprese corrono incontro al digitale
La digitalizzazione non è più un’opzione ma una necessità strategica per imprese e Pubblica Amministrazione. Lo conferma Paolo Degl’Innocenti, presidente di Kyndryl Italia, una multinazionale tra i leader mondiali dei servizi IT, che in Italia investe su formazione, sicurezza informatica e innovazione responsabile per accompagnare il Paese nella sua transizione digitale. e che il 4 novembre ha festeggiato i suoi 4 anni, inaugurando i nuovi uffici di Milano.
Oggi sempre più imprese, non solo le più grandi ma anche le PMI, stanno portando avanti percorsi di digitalizzazione dei propri modelli di business. Quanto sta cambiando la sensibilità di aziende e PA nei confronti dell’innovazione digitale?
«Oggi la sensibilità verso l’innovazione digitale è una necessità strategica. Le aziende hanno compreso che digitalizzare significa sia introdurre nuove tecnologie, sia ripensare modelli di business, processi e relazioni. Anche la Pubblica Amministrazione evolve, consapevole che l’innovazione porti servizi più efficienti e vicini ai cittadini. La tecnologia deve diventare cultura: quando tutti la considereranno uno strumento per creare valore, ci sarà una vera transizione».

In questo percorso è fondamentale il ruolo delle nuove competenze, che consentono a imprese e PA di sfruttare a pieno il potenziale delle nuove tecnologie. Quanto è importante investire nella formazione?
«Le competenze catalizzano l’innovazione. Dal nostro ultimo Readiness Report, che include anche l’Italia, è stato analizzato il grado di preparazione delle aziende nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale ed emerge chiaramente che molte aziende faticano a trovare le competenze giuste per guidare la trasformazione digitale. La tecnologia evolve rapidamente ma senza talenti, capaci di interpretarla e valorizzarla, non c’è vera crescita, questo per noi è una priorità. Ad oggi, abbiamo già erogato 62.000 ore di formazione, e lo facciamo non solo per aggiornare le competenze tecniche ma anche per stimolare una cultura aperta al cambiamento e alla collaborazione, è un investimento nel futuro dell’azienda e delle persone».
Voi siete una multinazionale che ha implementato la sua presenza in Italia. A suo giudizio, con riferimento al vostro settore, l’Italia rappresenta un buon mercato in cui investire?
«Sì, l’Italia è un mercato su cui investire. Il Paese è in una fase di forte accelerazione digitale: il mercato IT italiano vale oggi circa 85 miliardi di euro e continua a crescere, trainato da cloud, cybersecurity, AI e servizi gestiti. C’è una domanda crescente di soluzioni digitali dal settore pubblico e privato, sostenuta anche dai fondi del PNRR e dagli incentivi alla transizione ecologica. L’Italia è un hub strategico: un ecosistema vivace, con competenze di alto livello e un tessuto imprenditoriale che sa innovare. Stiamo continuando a investire, puntando ad accompagnare il Paese in questa nuova fase di crescita digitale».
La vostra presenza in Italia non è limitata a Milano, siete presenti anche a Roma con strutture all’avanguardia specializzate nel contrasto alle più moderne minacce informatiche. Quali strumenti si possono mettere in campo per fronteggiare queste minacce?
«A Milano abbiamo inaugurato il nuovo headquarter, passaggio chiave della nostra espansione in Italia e simbolo di crescita e innovazione. Siamo presenti anche a Torino e a Roma, proprio a Roma nel 2023 abbiamo aperto il Security Operations Center, un centro per la gestione combinata e adattiva della cybersicurezza e della resilienza che sostengono la trasformazione digitale delle imprese. Una centrale operativa 24X7 con circa 200 specialisti italiani, in sinergia con 7.500 collaboratori a livello globale. Nel 2025 in Italia gli incidenti informatici sono aumentati sensibilmente, si stima che l’impatto economico degli attacchi possa superare i 66 miliardi di euro, pari a circa il 3.5% del PIL nazionale. Per noi è quindi fondamentale garantire non solo l’erogazione di tecnologie ma anche la continuità operativa e la fiducia dei clienti. Per questo continuiamo a investire in competenze, processi e strumenti di sicurezza. Oggi gli strumenti per contrastare gli attacchi informatici devono essere integrati, intelligenti e proattivi. Si tratta di allocare risorse in monitoraggio continuo e SOC evoluti, intelligenza artificiale e analisi predittiva e ovviamente, in formazione e cultura della sicurezza. Kyndryl punta su questo equilibrio: tecnologia, processi e persone».
Quali sono, a suo parere, le priorità di policy su cui le istituzioni italiane dovrebbero concentrarsi, nei prossimi mesi, per garantire che la diffusione delle nuove tecnologie avvenga nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza per PA, imprese e cittadini?
«Perché ci sia un’evoluzione sicura e responsabile, in linea con l’AI Act, le istituzioni dovrebbero concentrarsi su alcune priorità di policy chiare. Rafforzare la cybersecurity nazionale, con investimenti coordinati tra pubblico e privato per aumentare la capacità di prevenzione, risposta e condivisione delle informazioni. Colmare il divario tra digitale e competenze, occorre un piano di formazione digitale che coinvolga scuola, imprese e PA. Sostenere un’adozione responsabile dell’IA: promuovendo standard etici, trasparenza degli algoritmi ed equilibrio tra innovazione e tutela dei dati. Favorire la resilienza delle infrastrutture critiche, attraverso criteri comuni di sicurezza e interoperabilità. L’Italia può diventare un modello europeo di innovazione sicura, se unisce la forza delle proprie aziende alla capacità delle istituzioni di creare un ecosistema digitale affidabile».
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