Quella di Arianna Nanni, 21 anni, è una tragedia nella tragedia che ha raccontato nell’aula del tribunale di Ravenna. Il 6 febbraio scorso il mondo le è caduto addosso in un istante. Sua mamma, Ilenia Fabbri, è stata uccisa con una coltellata alla gola in casa sua in via Corbara a Faenza. Ma in quell’aula, poco distante, siede anche il padre di Arianna, Claudio Nanni. Lui è chiuso in una cella, accusato di essere il mandante dell’omicidio dell’ex moglie. Poco più distante c’è Pierluigi Barbieri, alias 2Lo Zingaro” ritenuto il sicario di quel delitto efferato.

“Si sente una condannata a vita?”, chiede la sua avvocata. “Sì, è una condanna. Non riesco a dormire da sola, ho incubi, prendo i farmaci per l’ansia”, risponde Arianna. I suoi genitori sono separati dal 2016. Una separazione burrascosa proseguita negli anni con liti su vicende economiche. Poi quel drammatico 6 febbraio. Papà Nanni era andato a prendere alle 6 del mattino Arianna a casa per andare a comprare un’auto nuova a Milano. In casa con Ilenia era rimasta l’ex fidanzata di Arianna. È proprio lei a dare l’allarme: aveva sentito delle grida provenire dal salotto e subito aveva telefonato ad Arianna che era in auto con il padre.

Così era iniziata la folle corsa per tornare a casa e capire cosa fosse successo a sua mamma. Entrata in casa le si è presentato davanti agli occhi l’orrore puro: “In cucina ho visto il cadavere di mia mamma disteso – ha raccontato ai giudici – in un lago di sangue, con un taglio profondo alla gola. Aveva gli occhi sbarrati, aperti. Ho urlato, ho spinto via i poliziotti, sono andata fuori, mi sono inginocchiata a terra, non mi sentivo bene. Sono corsa a cercare il babbo. Gli ho detto: ‘mamma è morta’. Si è messo le mani in faccia, si è piegato per terra”.

“Di giorno e di notte mi vengono i ricordi di quella mattina – continua il racconto come riportato da Repubblica – Se sento le campane penso al funerale o alla bara in obitorio. Le sirene mi ricordano i poliziotti, gli interrogatori, quando hanno portato via mio babbo. Mi danno fastidio i sacchi grandi neri della spazzatura, mi ricordano quelli della Scientifica quando hanno portato via il cadavere. Dopo il 6 febbraio non riesco a dormire da sola, faccio incubi, ricordo quella scena. Dormo poco e male. Lo psicologo mi ha prescritto farmaci. Mi hanno diagnosticato un disturbo post traumatico”.

Il giorno precedente a testimoniare è stata proprio la ex fidanzata di Arianna, l’unica testimone visiva di quella tragedia. “Ho sentito Ilenia urlare dalla sua camera da letto: ‘Chi c’è in casa? Che cosa vuoi?’ – ha detto la ragazza in Aula – Mi sono alzata per andare a controllare, ho visto un uomo alto, robusto, vestito di scuro che scendeva le scale. Mi sono chiusa in camera e ho chiamato Arianna. Sentivo le grida di Ilenia, “basta ti prego smettila”, dei botti, poi del gran silenzio. Un ultimo urlo e basta”.

In aula è stata fatta ascoltare la telefonata di 20 minuti che racconta il dialogo a tre fra Arianna, la sua ex fidanzata e Nanni. Arianna e il padre, infatti, stanno tornando a Faenza dopo l’allarme lanciato dalla giovane rinchiusa in camera sua. E’ Arianna che chiama i carabinieri e la polizia, e che sgrida il padre perché non va abbastanza veloce in macchina. “Dai babbo muoviti un po’!”, “muoviti, invece di darmi una mano stai lì a piangerti addosso”, “Si ma fai ‘oddio, oddio’, pensa a guidare no?”. Arianna e il padre alla fine arrivano. La figlia entra in casa, Nanni è in macchina ancora al telefono con l’ex fidanzata della figlia. Il telefono continua a registrare la chiamata. Nanni dice: “Ho paura”. Piange. Finché non torna la figlia, in lacrime. Ha già visto tutto: “Babbo, babbo…”.

Barbieri all’epoca dell’arresto confessò di aver ucciso Ilenia Fabbri per soldi, dopo essere stato ingaggiato da Nanni. Quest’ultimo ha sempre sostenuto che il compito sarebbe stato esclusivamente quello di spaventare Ilenia. Ad Arianna resta il dramma di aver perso in un solo momento la mamma e il papà in un incubo che non trova fine.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.