Capita a tutti a volte di “pensarci troppo” ma quando i pensieri diventano intensi, ripetitivi, intrusivi al punto che non riusciamo più ad impedire che occupino tempi progressivamente più ampi della nostra giornata, allora se non sono un sintomo di ansia, disturbo ossessivo-compulsivo depressione o altro tipo di disturbo mentale, potrebbero essere espressione di quella condizione psicologica che chiamiamo Overthinking. Ho fatto bene a fare come ho fatto? Come dovrò fare nel futuro? Quali i risultati, quali le variabili e quali i rischi di un’azione? Sono solo alcuni esempi di domande che avviluppano in una spirale discendente la mente di chi “pensa troppo”. Concentrandoci sulla dissezione anatomica di tutte le azioni eventuali e possibili da compiere per realizzare un desiderio, perdiamo di vista il desiderio stesso. Risultato: la paralisi, perché senza desideri non ci si muove nella vita.

Ma è l’Overthinking che ci impedisce di desiderare o entriamo in overthinking perché non siamo più in grado di desiderare o seguire con coraggio la strada che ci porterebbe alla realizzazione del desiderio per paura dei rischi? Probabilmente è l’insieme dei fattori che genera la paralisi in tempi in cui ci si dimentica troppo spesso che nella vita non esiste e mai esisterà il rischio zero. E anche vero è che da quando ci siamo trasformati in “consumatori” di ogni tipo di cosa è anche più difficile distinguere tra veraci desideri innati e desideri d’innesto generati ad arte da chi vende illusorie strade prefabbricate per raggiungerli. Ma dato il tema, non pensiamoci troppo in questa sede e torniamo all’Overthinking.

Pensare non è affatto male, anzi. Essere in grado di pianificare, anticipare e risolvere i problemi è una delle caratteristiche più belle e importanti degli esseri umani. Ma non si può solo pensare: è necessario prima o poi trovare il coraggio di agire. Ed è strategico imparare a padroneggiare la tendenza all’Overthinking fino ad acquisire la capacità di attivare questa modalità solo quando è strettamente necessaria e riporla quando invece non lo è.

Come fare? Iniziamo a riconoscere la nostra paura e ricordiamo che sono proprio le paure che non si affrontano a divenire poi panico. L’Overthinking non gestito è un nemico che complica le cose semplici e crea rumori mentali completamente inutili. A volte può trarre in inganno e farci credere che è utile, farci sentire come Cassandra: “prevediamo i problemi che gli altri non vedono”. Non crediamoci. Scegliamo la chiarezza e la semplicità. Acquisiamo coscienza del fatto che nella vita tante cose entrano a consuntivo e nel preventivo di gestione non ci sono. Ricordiamoci delle volte in cui, perché è capitato a ciascuno di noi, siamo stati perfettamente capaci di gestire e adattarci a situazioni impreviste e facciamo passi coraggiosi verso i nostri obiettivi.

L’Overthinking è un meccanismo di difesa e un nemico nascosto che non serve più nel momento in cui diveniamo consapevoli che siamo già sufficientemente forti per andare oltre, per muoverci avanti. Pensiamo il giusto e agiamo di conseguenza ricordando che se la paura è un’emozione primaria il coraggio rimane sempre e comunque una nostra scelta.

Emanuele Caroppo

Autore