Il rapimento nel 2013
“Paolo Dall’Oglio ucciso subito dopo il sequestro”: la testimonianza sul padre gesuita scomparso in Siria
Padre Paolo Dall’Oglio sarebbe stato ucciso in Siria subito dopo il sequestro mentre provava a intercedere per far liberare due religiosi. La Procura di Roma secondo il Corriere della Sera è in procinto di chiedere l’archiviazione dell’indagine sul padre gesuita sparito nel nulla nel 2013 nel Paese dilaniato dalla guerra civile e percorso da fondamentalisti del sedicente Stato Islamico e di altre fazioni estremiste. Gli elementi raccolti in nove anni avrebbero convinto l’aggiunto Sergio Colaiocco e il procuratore Francesco Lo Voi che l’ipotesi dell’omicidio subito dopo la cattura è quella più concreta.
Era il 29 luglio 2013. Raqqa, in Siria, la città che era diventata la capitale del sedicente Stato Islamico. Secondo il racconto di un testimone, Ibrahim Saleh Al Hamdan, sedicente membro dell’Isis, Dall’Oglio si era recato a Karama, villaggio nei pressi di Raqqa per intercedere per la liberazione di due religiosi: uno greco-ortodosso e l’altro siriaco-ortodosso sequestrati da un gruppo jihadista. Sul posto il padre non trovò l’interlocutore che cercava e nel ritorno era stato sequestrato dal gruppo guidato da un certo Kassab.
Di tutto ciò era stato informato – c’è anche un filmato acquisito dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco – il dirigente Abu Hamzeh Riadiat. Quest’ultimo cercò subito Kassab che però gli disse di avere già ucciso padre Dall’Oglio. Riadiat fu “estremamente irritato per l’accaduto e per non essere stato informato” e chiese l’arresto di Kassab, trattenuto per due giorni. Kassab avrebbe raccontato di aver ucciso il gesuita perché “rappresentava una minaccia, poiché se arrivava a una riconciliazione tra le fazioni, queste ultime si potevano schierare contro di noi”. Il corpo del religioso sarebbe stato sepolto in un cimitero noto agli abitanti del villaggio.
Il racconto del testimone Al Hamdan è sì generico ma anche il più dettagliato di nove anni di indagini e collima con una fonte in Siria dell’Aise, i servizi segreti italiani per l’estero, secondo la quale Dall’Oglio era stato ucciso da Kassab Al Jazrawi, ex elemento dell’organizzazione jihadista Jabhat al Nusra. L’attivista di un’organizzazione non governativa, Federico Mokta, rapito e rilasciato nel 2014 aveva raccontato inoltre di aver saputo dai suoi sequestratori che il padre gesuita era stato ucciso.
Dall’Oglio era un padre gesuita, promotore del dialogo interreligioso, molto legato alla Siria. Era stato impegnato in Lotta Continua, a Torino, prima della vocazione religiosa. Aveva appoggiato la causa delle rivolte contro il regime di Damasco. Aveva denunciato alcuni tra i capi cristiani di Damasco per pedofilia e aveva provato a incontrare anche Abu Bakr Al Baghdadi, all’epoca califfo e poi emiro dell’Isis. Due giorni prima di sparire aveva scritto a uno dei suoi fratelli informandoli che si sarebbe recato nella località di Deir El Zor per trattare le liberazioni di alcuni prigionieri di jihadisti. Nessun esito nemmeno dai test del Dna effettuati sui resti di 30 persone tra cui 13 uomini ritrovati in una fossa comune a Raqqa nel 2018.
© Riproduzione riservata






