Dopo il suo rapimento la vicenda di Silvia Romano era passata in silenzio, tranne poche lodevoli eccezioni che sottolineavano quotidianamente la necessità di fare qualsiasi sforzo per riportare in Italia la cooperante milanese rapita in Kenya. Ma Silvia non era la sola italiana rapita all’estero e scomparsa nel nulla.

Dopo la sua liberazione il pensiero va obbligatoriamente a chi è ancora privato della sua libertà all’estero, come Padre Paolo Dall’Oglio e Padre Pier Luigi Maccalli.

Il primo è scomparso nel nulla da quasi sette anni: Dall’Oglio, gesuita romano, fu sequestrato il 29 luglio del 2013 in Siria. Il religioso sarebbe stato rapito a Raqqa da un gruppo di estremisti islamici vicino ad al-Qaeda. La stessa Raqqa che successivamente diventerà ‘capitale’ dell’autoproclamato “califfato” di Abu Bakr al-Baghdadi e poi liberata nel 2017. Ma di Padre Dall’Oglio ad oggi non vi sono notizie: nel febbraio 2019 il ‘Times’ riportò che l’Isis in fuga dalla Siria aveva offerto alcuni ostaggi, tra cui Paolo Dall’Oglio, alle forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti in cambio di un passaggio libero per uscire dal paese.

Padre Maccalli è stato invece catturato nella notte tra il 17 e il 18 settembre del 2018 in Niger, dove era attivo come missionario della Società delle Missioni Africane (Sma) nella diocesi di Niamey. Il religioso di Crema venne rapito nella missione di Bomoanga, a circa 150 km dalla capitale nigerina Niamey, ma nessuno ad oggi ha rivendicato il sequestro o avanzato richieste per il rilascio del missionario. L’ultima prova che Padre Maccalli sia vivo è un video arrivato al quotidiano ‘Avvenire’, un filmato di soli 24 secondi

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