“Non comprate spinaci freschi ma solo quelli surgelati perché ci sono almeno una decina di persone intossicate, una è anche intubata“. E’ solo uno dei numerosi audio “inoltrato molte volte” su WhatsApp da questa mattina, giovedì 6 ottobre, dopo la diffusione delle prime notizie relative all’intossicazione alimentare da mandragora, una pianta velenosa molto simile a spinaci e bietole, che ha riguardato due nuclei familiari di Quarto e Monte di Procida, comuni in provincia di Napoli. Dieci le persone al momento intossicate ma il bilancio potrebbe aumentare con il passare delle ore dopo le prime indagini svolte dai carabinieri e dal personale dell’Asl.

Tutto è infatti partito dal mercato ortofrutticolo di Volla, il CAAN (Centro Agro Alimentare di Napoli), dove prima dell’alba centinaia di fruttivendoli si recano per comprare frutta e verdura. Dagli accertamenti effettuati in mattinata dai carabinieri in sinergia con i colleghi del NAS e con personale specializzato delle ASL competenti territorialmente, è emerso che i lotti a rischi “Mandragora” sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia (Napoli), Aversa (Caserta), Volla (Napoli), San Valentino Torio (Salerno) e Avezzano (L’Aquila). Le ASL territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale ai sensi dell’art. 137 e 138 del Reg. UE 625/17 per effettuare campionamenti e analisi. Ritirate a scopo precauzionale alcune partite di verdura da fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli Quarto.

Il passa parola va avanti da ore. “Non comprate friarielli e spinaci perché ci sono delle piante tossiche che si stanno mischiando con queste verdure – il messaggio di un altro audio “inoltrato molte volte” su WhatsApp -. Lavoro in ospedale, c’è il centro antiveleni e l’anestesista si è raccomandato con tutti noi. E’ veramente difficile distinguere queste piante perché sono molto simili a spinaci e bietole”.

Al momento sono dieci le persone intossicate, una in gravi condizioni. Si tratta di un uomo di 44 anni ricoverato inizialmente all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, prima di essere trasferito in rianimazione al San Giuliano di Giugliano: presenta una polmonite da ingestione perché avrebbe perso conoscenza e ingerito il proprio vomito. Altri pazienti hanno iniziato la profilassi e sono monitorati costantemente. Attesa anche per l’esito delle analisi tossicologiche che arriverà nei prossimi giorni.

La mandragora è una pianta largamente diffusa in tutta l’area del Mediterraneo e appartiene alla famiglia delle Solanaceae, con piccoli fiorellini blu e foglie dal colore verde intenso, così come l’arbusto, che la fa somigliare molto agli spinaci. A un occhio non esperto, può sembrare spinaci, bietola selvatica e borragine. La mandragola autunnale (mandragora autumnalis) presenta un grado maggiore di tossicità rispetto alle altre mandragole. La sua radice ha una biforcazione che ne dà una forma quasi antropomorfa (maschile e femminile), motivo per cui in passato si riteneva che avesse proprietà anestetiche, analgesiche e afrodisiache. È l’intera pianta a essere potenzialmente pericolosa per la presenza di sostanze allucinogene: contiene infatti alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. Si tratta di una pianta nota fin dai tempi antichi, tanto da essere citata nella Bibbia mentre nel mondo greco-romano era associata a Ecate. Tante le leggende nate nel Medioevo: in particolare si credeva che, per la sua forma antropomorfa, urlasse quando veniva estratta dal terreno, motivo per cui ci si doveva tappare le orecchie quando la si raccoglieva. Dopo aver ingerito questa pianta, potrebbero presentarsi uno o più dei seguenti sintomi: secchezza delle fauci; visione offuscata e midriasi; aumento della temperatura corporea; difficoltà di minzione; sonnolenza; tachicardia; vertigini; mal di testa; delirio e allucinazioni. La terapia da somministrare in emergenza è la fisostigmina per via endovenosa, terapia da effettuare in ospedale.

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