È un vero peccato, un autentico sacrilegio, che il governo Meloni abbia deciso di impugnare la legge regionale votata lo scorso novembre dal Consiglio Regionale, che avrebbe consentito a De Luca di candidarsi ancora una volta, la quarta consecutiva, a presidente della Campania. Cosa abbiamo fatto di male – mi chiedo – per subire questo torto, quale peccato noi campani dobbiamo espiare per questa ingiustizia che nei fatti adesso ci impedisce di essere spettatori del più entusiasmante, frizzante, imperdibile, scoppiettante, selvaggio, bestiale, manesco, polarizzante e fantasmagorico – potrei continuare così con almeno altri trenta aggettivi, ma credo che questi siano sufficienti per rendere bene l’idea – duello elettorale tra Stefano e Vincenzo.

Dove per Stefano non s’intende certo Caldoro, che ha sfidato Vincenzo De Luca nel 2010, nel 2015 e nel 2020, bensì il solo e unico Bandecchi, sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare. Così, mentre a Roma e a Napoli continua senza sosta la manfrina dei colonelli delle due coalizioni sui possibili candidati da imporre o da azzoppare, il sindaco di Terni ha pensato bene di pubblicare su Instagram il post in cui ufficializza la sua discesa nelle terre al di sotto del Volturno.

“Mi candido a Presidente della Campania – scrive Bandecchi – per restituire ai cittadini la dignità che la politica ha rubato loro negli ultimi venti anni. La Campania è una regione straordinaria, amministrata tuttavia in modo clientelare e padronale. Destra e sinistra hanno diviso poltrone, spartito interessi, lasciandosi alle spalle disoccupazione, malasanità, degrado urbano e mancanza di prospettive per i giovani. È arrivato il momento di cambiare tutto”.

Così, per dare sostanza all’annuncio e dimostrare che non si tratta di una trovata balneare, di una delle sue “bandecchiate” social, nel carosello delle immagini del post troviamo in bella mostra anche il nome e il simbolo della lista che si chiamerà Dimensione Bandecchi. “Sono pienamente a disposizione dei cittadini: insieme possiamo ricostruire il futuro che troppi incapaci hanno rubato. Ai campani posso assicurare: sono qui per fare, non per promettere. Sono il candidato di chi si alza alle sei del mattino, produce ricchezza e combatte ogni giorno contro le inefficienze e gli sprechi imposti dalla burocrazia di questo Stato”. Adesso, va bene tutto, ma è opportuno tranquillizzare quei dipendenti regionali spaventati dalla promessa–minaccia di Bandecchi che, qualora dovesse essere eletto presidente, non potrà cambiare l’orario di lavoro, destinato a restare quello di sempre.

 

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).