Per difendere i figli, intervengono i papà, campani. Da un lato Clemente Mastella, dall’altro Vincenzo De Luca: scelgono o vengono costretti a non scendere in campo, e il palco viene conquistato dalla discendenza, non proprio alle prime armi. Da un lato Pellegrino Mastella, 49 anni, avvocato, candidato alle prossime regionali in Campania con la coalizione di centrosinistra con ‘Noi di Centro’. Un taglio da democristiano, ma non si definisce tale, piuttosto una persona aperta al dialogo per “una politica meno urlata e più concentrata in cui si cerca la sintesi e si trova la mediazione”, come ha raccontato alla Stampa.  Il nome Mastella è un brand: “Su tiktok dei ragazzi l’hanno paragonato alla Nutella, ‘che mondo sarebbe senza Mastella’, e può funzionare ancora”. Occhio però a non etichettarlo: “Non ho il posto garantito come altri figli di papà”.

Ed è proprio quest’ultimo ad aver preso le sue difese. “Pellegrino non è un raccomandato – ha detto Mastella senior – al Fatto Quotidiano -, con tutti i ‘figli di’ il Pd vuole fare la morale a me? È uno strado dualismo morale, ma è lo stesso Pd che a Benevento candida contro di me il capo della massoneria locale”. Ma i Mastella ‘non parlano male di nessuno’, assicura Pellegrino (“è per questo che siamo amati”), che prende le distanze da un eventuale riferimento ai De Luca.

Difendersi è infatti dura anche per Piero, 45 anni, primo genito di Vincenzo, diventato responsabile del Pd campano. Un ruolo che secondo i più nasce da un’imposizione, un baratto, una buonuscita al governatore uscente in cambio di un via libera a Fico, prossimo candidato del campo largo. Un fatto dal quale Conte ha preso le distanze: “Io non parlo di quel che accade in casa del Pd”.

D’altronde i figli vanno difesi dai padri. “Piero ha deciso tempo fa di fare l’emigrante, per essere libero, lavorando 11 anni presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo. Ha vinto il concorso per docente universitario, non ha bisogno di vivere di politica. Potrà pur essere valutato come persona dopo 25 anni di militanza?”, ha detto il Presidente della Campania al Corriere, puntando il dito contro le critiche ‘volgari e incivili’ ricevute e domandano con la solita ironia: “Non vorrete mica caricare sulla testa di Piero il crollo della partecipazione nei Paesi democratici?”. È arrivato il momento di raccogliere l’eredità politica, ma quanti peccati per lo stesso cognome.

Redazione

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