“Questo non è più il mio governo. A me piacerebbe, come era in passato, spingere tre tasti e far partire tutto. Ero il responsabile ed era colpa o merito mio, oggi non è più così”. È intervenuto così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervistato da Massimo Giletti a ‘Non è l’arena’ su La7.

IL BIVIO – L’ex premier, parlando dell’esperienza di governo con l’esecutivo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte ha sottolineato che “oggi c’è una situazione molto più impaludata, con governi di coalizione, e io a questo punto sono a un bivio”. Per Renzi infatti “o mi metto in un angolino e sto lì a dire tutto quello che non va, come fanno in tanti che prendono consenso, o cerco piano piano di spingere perché qualcosa venga fatto come ad esempio con la riapertura anticipata o con l’Irap tolta almeno in parte alle aziende. Il punto fondamentale per me oggi è tapparmi un po’ la bocca su tutte le idee che vorrei tirare fuori e cercare di dare una mano concreta e pragmatica per cercare di risolvere qualcosa”

IL COMPROMESSO DI  GOVERNO – Il leader di Italia Viva chiarisce quindi che “ci sono tante contraddizioni anche sui temi della giustizia, si tratta di trovare un faticoso compromesso e nel mio libro racconto anche il dolore personale del compromesso. Io ho dovuto fare l’accordo con gente che ha detto di me le cose più incredibili, ho una causa aperta con Beppe Grillo per 1 milione di euro di risarcimento per diffamazione. Stiamo parlando di persone dalle quali sono profondamente diviso, ma viene prima l’Italia”.

IL CASO DI MATTEO – Intervenendo anche sul caso Dap-Di Matteo, Renzi ha chiarito la sua posizione: “Più che chiedersi perché a capo del Dap non sia stato scelto Di Matteo, andrebbe approfondito perché è stato scelto Basentini. In magistratura ci sono tante brave persone, magari lo sarà anche lui, ma il suo merito per quella maggioranza che lo scelse, fu quell’inchiesta fuffa, tra marzo e aprile 2016 credo, alla Procura di Potenza su Tempa Rossa, che sostanzialmente vide interrogati mezzo governo di allora e indagati ministri durante la campagna per il referendum sulle trivelle”. “Quell’inchiesta non è arrivata a nulla, nemmeno in fase di indagine – aggiunge Renzi -, ma ha prodotto le dimissioni della bravissima Federica Guidi, la diffusione illegittima di intercettazioni privatissime che non c’entravano niente con l’inchiesta e un danno di immagine. Non per Basentini”.

IL MODELLO GENOVA – Renzi ne ha anche per Zingaretti, quando Giletti ricorda una frase del segretario Dem sul ‘Modello Genova’, che per il governatore del Lazio “non era possibile altrimenti sarebbe partita la corruzione”. Per Renzi infatti “questa filosofia Pd-grillina non posso condividerla, altrimenti dovremmo scusarci con la Raggi che ha fatto saltare le Olimpiadi per paura della corruzione”.

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