“Renzi e Calenda devono scegliere se essere populisti o riformisti”, il campo largo visto dall’ex ministro Boccia

Si infiamma il dibattito politico tra il partito di Carlo Calenda e Matteo Renzi e il Partito Democratico. «Il Terzo polo deve decidere cos’è. Amministra con noi alcune città, ma io non penso che porti bene stare sia a destra che a sinistra. L’importante è essere chiari, poi gli elettori decidono». È l’accusa mossa da Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd e commissario regionale del partito in Campania, ieri in conferenza stampa a Napoli ha risposto così a una domanda sul futuro del “campo largo”.

Secondo Boccia si tratta di «una scelta che inevitabilmente dovrà essere fatta dalla politica, dalla capacità delle forze politiche di affrontare i problemi quotidiani delle persone. Io su alcune vicende che riguardano lavoro, ambiente e diritti faccio fatica a trovare delle differenze con moltissime battaglie che abbiamo fatto insieme al Movimento 5 Stelle, soprattutto al Sud. Con i 5 Stelle abbiamo una visione di società che coincide su ambiente, lavoro e diritti, ma per essere alleati bisogna anche costruire percorsi di fiducia reciproca. Il tempo dirà se siamo in grado di farlo».

Non si è fatta attendere la replica del segretario nazionale di Azione Osvaldo Napoli: «Una sconfitta politica può essere un’occasione preziosa per guardare indietro e comprendere eventuali errori, senza essere sedotti o frustrati dai meriti del vincitore. Francesco Boccia è un politico esperto e giovane ma si trova a ragionare secondo schemi un po’ datati. Quando rimprovera il Terzo Polo e lo accusa di stare un po’ di qua e un po’ di là, omette un dato di fondo: noi abbiamo scelto il metodo riformista. E il riformismo non è un’ideologia di sinistra o di destra, ma è una buona pratica di governo che consente di cambiare quello che è da cambiare, di combattere le diseguaglianze sociali creando ricchezza e opportunità di lavoro». Poi la stoccata: «Boccia scelga se essere populista o riformista».