Energia
Rinnovabili, Enel crede in un mix equilibrato
L’articolo “Caro bollette: la confusione è grande sotto il cielo dell’ideologia rinnovabile” merita qualche precisazione fondamentale, per evitare il rischio di analisi parziali che possono condurre a conclusioni fuorvianti. L’introduzione di nuova capacità rinnovabile è uno degli elementi per l’abbassamento dei prezzi dell’elettricità e, soprattutto, l’unica soluzione applicabile nel breve periodo per riequilibrare il mix energetico, aumentare l’indipendenza energetica e abbassare le bollette. Come succede in Spagna – e anche in Italia in alcune giornate – quando le rinnovabili saturano la domanda, il prezzo si avvicina allo zero.
Oggi in Italia non ci sono nuovi impianti rinnovabili incentivati (e per inciso, Enel non ha impianti eolici o solari incentivati), ma proprio grazie agli incentivi l’energia fotovoltaica ed eolica è passata dal costare da 300 euro 20 anni fa a 70-90 euro MW/h oggi, contro i 110-140 euro delle fonti a gas. Quindi si tratta di investimenti senza i quali non potremmo avere un’energia più pulita e una bolletta più leggera. Inoltre, anche con un mix sbilanciato sul gas come quello italiano, con i contratti a lungo termine (PPA e a breve il FER X) è possibile separare i prezzi delle rinnovabili da quelli del gas. Non si tratta di “indottrinamento”, ma di una realtà già adottata in altri Paesi. Se l’autrice dell’articolo dispone di altre soluzioni, le illustri e tutto il mondo le seguirà.
Enel è tutt’altro che assolutista: con pragmatismo, nel breve periodo, persegue l’aumento della quota di rinnovabili perché da subito realizzabile. Mentre, guardando al medio lungo periodo, con altrettanto pragmatismo, ha contribuito a fondare Nuclitalia per lo studio del nucleare di nuova generazione. Enel sostiene che sia necessario un mix equilibrato e che non si possa repentinamente abbandonare il gas, consapevole che in questo momento un sistema basato solo sulle rinnovabili non sarebbe sostenibile. Inoltre, è del tutto parziale e fuorviante confrontare bilanci di aziende che operano in settori completamente diversi, come il lusso che è tipicamente anticiclico, prendendo tra l’altro in considerazione un solo esercizio, per di più in un momento di grande volatilità. Non sfuggirà che nel 2022, quando Enel è stata chiamata a sostenere il sistema energetico nazionale, la controllata Enel Green Power citata nell’articolo ha registrato in Italia perdite a livello di EBIT per circa 900 milioni di euro. Va evidenziato che valutare i bilanci delle aziende energetiche solo dall’EBIT è fuorviante.
Le imprese del settore investono capitali enormi, in costante crescita e su orizzonti spesso superiori ai vent’anni, con rischi significativi sia dal punto di vista tecnologico sia regolatorio. L’EBIT però è un indicatore che non considera né le imposte né il costo del capitale, perciò non riflette tutti i costi che gli operatori devono sostenere perché i loro investimenti siano sostenibili. Affidarsi esclusivamente a questo indicatore quindi significa offrire al lettore una rappresentazione non corretta della reale situazione economica dell’azienda.
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