Robert De Niro esalta “E’ stata la mano di Dio” di Sorrentino: “Napoli mi ricorda la New York che amo”

Robert De Niro esalta l’ultimo film del regista napoletano Paolo Sorrentino. In “E’ Stata la mano di Dio” ci sono così tante cose fantastiche” ha sottolineato l’attore italoamericano in un suo commento pubblicato sulla rivista “Deadline”. Una investitura quella di De Niro che arriva a poche settimane dalla Notte degli Oscar dove il film di Sorrentino (che negli Stati Uniti è “The Hand of God) è in nomination nella sezione miglior film in lingua internazionale.

L’attore 78enne di origini molisane e due volte Premio Oscar (Padrino II e Toro Scatenato) definisce l’opera di Sorrentino “un film incredibilmente personale. Sorrentino, che ha scritto oltre che diretto il film, ha creato il suo surrogato Fabietto dal proprio Dna e dalle proprie esperienze e ha ambientato il film nella sua Napoli. Il co-protagonista più importante di Fabietto non è un membro del meraviglioso cast bensì la città stessa. L’amore di Sorrentino per Napoli si condivide da subito nelle prime inquadrature bellissime di un avvicinamento aereo alla città dal Golfo di Napoli. Amore che si vede nel suo affetto per la varietà dei personaggi della storia: eccentrici, spesso molto divertenti, ‘larger than life’, appassionati, pieni di gioia e speranza”.

“Sono stato a Napoli solo poche volte – scrive De Niro – ma per me questo film è decisamente napoletano nel modo in cui molti dei film di Martin Scorsese (Wolf of Wall Street, Bringing Out the Dead, Mean Streets, Taxi Driver, ecc.) come molti altri film di Woody Allen (Annie Hall, Broadway Danny Rose, Manhattan, ecc.) sembrano essenzialmente New York City. Napoli per molti versi mi ricorda la New York italo-americana che amo”.

De Niro osserva: “Nonostante la tragedia che è al centro del film, ‘E’ stata la a mano di Dio’ trabocca di divertimento. Scene come il pranzo all’aperto della famiglia allargata e la successiva gita in barca sono così affascinanti e divertenti. E mentre la storia centrale vede Fabietto strappato alla sua precaria giovinezza e trascinato a un’età adulta prematura, le storie che si incontrano lungo la strada non hanno prezzo. Ad esempio, c’è Armà, il contrabbandiere di sigarette/teppista violento/amico solidale e infine carcerato; stravagante, sì, ma per me del tutto credibile per via delle mie esperienze a New York da bambino. E c’è Capuano (primo regista ispiratore di Sorrentino). In una scena meravigliosa verso la fine di ‘E’ stata la mano di Dio’, Fabietto supplica Capuano di dargli una direzione. Capuano lo interroga e allo stesso tempo lo rimprovera, le loro voci si alzano, quasi musicalmente. Sembra la scena di una grande rappresentazione operistica. Fabietto gli dice: ‘Non mi piace più la realtà. La realtà è scadente. Ecco perché voglio fare film‘. Vuole andare a Roma per sfondare nel cinema. Capuano gli urla: ‘A Roma vanno solo gli stronzi! Sai quante storie ci sono in questa città… Guarda! … Possibile che questa città non ti ispiri per niente? … Hai una storia da raccontare? Trova il coraggio di dirlo! … Sputalo fuori!’ Fabietto va comunque a Roma alla fine del film.. E ora – 35 anni dopo Sorrentino è tornato a Napoli grazie a ‘E’ stata la Mano di Dio’. Va bene. Mille Grazie, Paolo!”