Antonio Capuano non ha visto È stata la mano di Dio, solo il trailer, “è come se ne avessi paura”. L’ultimo film (nelle sale dal 24 novembre e su Netflix dal 15 dicembre) di Paolo Sorrentino omaggia anche lui, nella parte finale, ma il regista se non si considera un maestro del Premio Oscar. “Non so se lo pensi, né io del resto mi ritengo tale. Paolo lo sogno spesso”, ha dichiarato in un’intervista a Il Venerdì di Repubblica l’eccentrico regista napoletano, interpretato nel film dall’attore Ciro Capano.

Classe 1940, è stato anche autore teatrale, televisivo e cinematografico. Nato a Posillipo, cinque fratelli tutti maschi, “il mare è il mio continente”, ha fatto il bagnino, il barcaiolo, il marinaio. È sposato con Willye, olandese, arrivata a Napoli per imparare l’italiano, conquistata a colpi tuffi. È anche pittore. È titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Il suo esordio nel cinema nel 1991 con il lungometraggio Vito e gli altri. L’ultimo suo film è del 2020, Il buco in testa.

Il regista dice di sentirsi “ridicolo”, di non aver “mai guadagnato”. Il suo rapporto con Sorrentino dura dalla fine degli anni ’90. Capuano chiese all’allora 28enne Sorrentino di scrivere con lui la sceneggiatura del suo Polvere di Napoli. Capuano rimarca le differenze tra lui, proletario, e Sorrentino, borghese. Il primo incontro con il regista Premio Oscar. “Solo gli strunz vanno a Roma”, gli fa dire Sorrentino nel film. Ci si riconosce: “La frase di Eduardo – Fuitevenne! – a me stava sulle palle. Oggi penso che avesse ragione”. La frase “non ti disunire” invece se la dicevano giocando a calcio. Il suo rapporto con Napoli: “Come quello di un uomo che si è innamorato di una zoccola. È un guaio, ma non posso farci niente”.

Sorrentino ha spiegato il suo personaggio, ispirato ad Antonio Capuano, in È stata la mano di Dio: “L’ho un po’ reinventato, ho cercato di rappresentarlo, non so quanto ci sia riuscito. Non era importante fare la copia di Capuano ma rendere il modo in cui lo percepisco e lo ricordo”. Capuano ha commentato come fosse proprio questa “la cosa giusta da fare”. Il regista si era detto anche sorpreso da È stata la mano di Dio: “Non mi aspettavo che Paolo facesse un film così reale, sui posti e le persone che hanno segnato il suo itinerario … magari l’avrei dovuto scrivere con lui”. Aveva detto in occasione di un omaggio tributatogli dal Cinema Troisi a Roma a inizio novembre. Aveva detto di volerlo vedere al cinema È stata la mano di Dio, evidentemente non è ancora riuscito.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.