Salvaguardare i diritti dei detenuti, al via il patto tra garante e Ucpi

Un tavolo di lavoro permanente per difendere i diritti di chi vive dietro le sbarre: ecco la risposta dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane (Ucpi) e del garante regionale dei detenuti ai fatti di Santa Maria Capua Vetere. L’iniziativa nasce all’indomani delle 52 misure cautelari notificate ad altrettanti tra poliziotti e funzionari dell’amministrazione penitenziaria coinvolti nell’inchiesta sui presunti pestaggi condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

La violenza subita da alcuni ospiti del carcere casertano è stata l’occasione per ricucire lo strappo tra la Camera penale di Napoli e le altre del distretto partenopeo che, qualche settimana fa, si erano divise sul caso della sentenza “preconfezionata” rinvenuta in Corte d’appello. Di fronte a fatti gravi come quelli di Santa Maria, tutti i penalisti campani sono d’accordo: bisogna agire perché il carcere non sia luogo di punizione e umiliazione. In questa prospettiva gli avvocati e il garante hanno discusso di emergenza sanitaria dietro le sbarre, carenza di personale, uso di psicofarmaci e criticità delle rems.  

«Le misure cautelari legate ai fatti di Santa Maria – spiega il penalista Riccardo Polidoro, responsabile dell’Osservatorio Carcere – confermano la necessità di maggiore trasparenza su quanto avviene in carcere e di un consolidamento dei principi costituzionali e dell’ordinamento penitenziario sul territorio». Il tavolo di lavoro si riunirà con cadenza mensile in via ordinaria, ma i contatti tra garante e Camere Penali saranno costanti. «Faremo un viaggio in tutte le prigioni regionali – fa sapere il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello – per vincere una sfida culturale e sociale: si tratta di far capire a opinione pubblica e politica che il carcere non è una discarica sociale e non può essere una risposta semplice a problemi complessi».