L’ira del governatore
San Carlo, ira di De Luca sul direttore generale: e il governatore chiede aiuto a Muti
Altro che musica leggera, anzi leggerissima, al Teatro San Carlo suona musica triste, tristissima. Non c’è pace per il teatro voluto da Carlo di Borbone e a infiammare di nuovo la polemica, mai veramente sedata, è stato il governatore Vincenzo De Luca nel corso del consueto appuntamento del venerdì con i cittadini e dopo una strigliata a Governo, ministri e chi più ne ha più ne metta, De Luca ha scostato le tende del sipario ed è andata in scena la sua ira. Poi l’appello al maestro Riccardo Muti: vieni a Napoli e aiutaci.
«Il San Carlo ad oggi è stato sorretto quasi esclusivamente dalla Regione Campania. Chi parla adesso, dovrebbe tacere come ha fatto negli anni precedenti – ha tuonato De Luca – La Regione Campania per il San Carlo stanzia il triplo di quanto stanzia la Regione Lombardia per la Scala di Milano, dai 10 ai 12 milioni di euro rispetto Lombardi ai 3 milioni e 300mila euro della Lombardia. Chi parla oggi, dovrebbe ringraziare con la faccia per terra la Regione Campania». Poi l’affondo. «Il sovrintendente ha deciso di attribuire a una persona che lavorava al Teatro San Carlo, nominandola direttore, uno stipendio di 150mila euro». È questo, ha spiegato il presidente della Regione Campania il «problema che si è creato» in seno al Teatro San Carlo che ha portato la Regione Campania a minacciare lo stop dei finanziamenti alla Fondazione e l’uscita dell’ente dalla stessa. La nomina a cui fa riferimento De Luca è quella, voluta dal sovrintendente Stephane Lissner, di Emmanuela Spedaliere a nuovo direttore generale del teatro.
«Secondo la Regione Campania – ha spiegato De Luca – è una misura non prevista dallo statuto della Fondazione, quindi non legittima. Investiremo della cosa anche la Corte dei Conti e attenderemo la pronuncia. C’è stato un parere del Ministero imbarazzante, ha detto che quella procedura era sostanzialmente corretta, come domandare a una signora se è sostanzialmente incinta. Noi riteniamo – ha aggiunto – che, al di là delle questioni statutarie e amministrative, sia intollerabile che in una situazione di difficoltà economica, con lavoratori in cassa integrazione e difficoltà per il Teatro, qualcuno abbia lo stomaco di portarsi lo stipendio a 150mila euro e di nominare figure assolutamente inutili. La Campania, principale finanziatore, non è informata di nulla». Durissimo l’attacco di De Luca nei confronti di chi gestisce il prestigioso teatro cittadino. «Il San Carlo non è una bottega privata e la Regione Campania non è più disponibile a finanziare marchette e abusi d’ufficio. Il San Carlo – ha ammonito – lo teniamo aperto noi, tutelando lavoratori, orchestrali e corpo di ballo. Chi oggi parla non ha titolo per aprire bocca».
Il governatore non ha intenzione di accettare quella che lui ha definito “gestione privatistica” del teatro, si dovrà scontrare con Manfredi che invece ha richiamato alle armi proprio gli imprenditori, sottolineando che il loro contributo sarebbe fondamentale. Viste le cattive acque nelle quali naviga il San Carlo, De Luca ha lanciato un appello al maestro Muti: «Abbiamo Riccardo Muti, il più famoso direttore d’orchestra in giro per il mondo, non so quali impegni abbia ma credo sarebbe utile discutere con lui per sollecitarlo ad avere un impegno diretto anche al San Carlo. Mi pare sconvolgente – conclude De Luca – avere un soprintendente non italiano e il più grande direttore d’orchestra, campano, che lavora fuori: abbiamo possibilità di fare scelte più serie e rispettose e di non avere a che fare con gente che ha atteggiamenti di assoluta strafottenza con i soldi degli altri, della Regione Campania, per certe scelte usino il patrimonio di famiglia». Non sappiamo se Muti (che un anno fa si è visto cancellare tre date al Massimo) risponderà all’invito e verrà a darci una mano, quel che è certo è che il sindaco Manfredi avrà gran bel da fare per riportare al San Carlo un po’ di musica leggera.
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