L'anniversario della tragedia vede la ripartenza del territorio
Sette anni dopo il terremoto, Amatrice riparte
Amatrice oggi è il cantiere più vasto d’Europa, dove si lavora per ripristinare i danni del terremoto del 24 agosto 2016, danni che ammontano a 28 miliardi, e per ridare vita e speranza a famiglie e imprese che hanno scelto di non abbandonare il loro territorio.
Se dopo sette anni ci sono ancora 14mila famiglie che non sono rientrate nelle loro case vuol dire che troppe cose non sono andate per il verso giusto. Troppe false partenze da quel 24 agosto 2016, quando registrammo 299 vittime sotto le macerie (più altre 4 per infarto), oltre 41mila sfollati, in un’area abitata da 600mila persone e vasta 8000 chilometri quadrati. Oggi stiamo lavorando nel cantiere più vasto d’Europa, per ripristinare danni per 28 miliardi e per ridare vita e speranza a famiglie e imprese che hanno scelto di non abbandonare il loro territorio. A loro dobbiamo dare (e ridare) fiducia.
Sette anni dalla tragedia, sette mesi di mio impegno diretto come Commissario straordinario. Da gennaio abbiamo adottato oltre 600 decreti, per un valore di 461 milioni di euro per la ricostruzione di edifici e opere pubbliche. Un’accelerazione importante, considerando che in tutto il 2022 sono stati emanati circa 630 decreti, si viaggia quindi a un ritmo doppio rispetto all’anno precedente.
Se possibile ancora più sostenuta è la ripartenza per la ricostruzione privata. Nei primi sette mesi del 2023 abbiamo erogato 800 milioni: 131 milioni nel solo mese di luglio 2023, cifra che rappresenta di gran lunga il valore più elevato mai erogato da CDP dall’avvio dell’operatività (avvenuto ad agosto 2017): in sei mesi +22% rispetto al 2022 e +95% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Con la Provvista CDP risultano supportate 18.200 famiglie e circa 2.700 imprese.
Complessivamente, in questi sette anni sono state presentate 28.855 richieste di contributo, di cui 17.478 hanno ottenuto un decreto di concessione. L’importo richiesto ammonta a 10,9 miliardi, di cui 6,7 concessi e 3,3 liquidati in base all’avanzamento dei lavori. I cantieri aperti sono stati 17.442, di cui conclusi 9.483. In totale stimiamo in quasi 50mila le richieste di aiuto (22mila domande non sono ancora state formalizzate: spesso sono mancate le risorse professionali – ingegneri, architetti, geometri – necessarie per predisporre progetti e domande adeguate) per un valore complessivo di circa 20 miliardi di danni (cui si aggiungono quelli della ricostruzione pubblica).
Dall’inizio del mio mandato come Commissario – in perfetto accordo con le 4 Regioni coinvolte, Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo e con i 138 sindaci del cratere, in un modello di governance multilivello che potrebbe essere un utile laboratorio per tutto il Paese – abbiamo voluto farci guidare da una prassi: passare dalle norme ai cantieri. Velocizzare, snellire, semplificare. E non lasciare soli i Comuni nella transizione normativa (dal superbonus 110% rinnovato fino al 2025 nell’area del cratere, al nuovo codice degli appalti, grazie a un nuovo protocollo definito con Anac) che richiede competenze e professionalità sempre aggiornate.
Un atto fondamentale che ha segnato una importante discontinuità con il passato recente è stata la conversione in legge (marzo 2023) del Decreto Legge Ricostruzione, con il quale sono state varate misure particolarmente importanti di snellimento e di accelerazione che hanno posto le premesse per lo sblocco potenziale di molteplici procedure di ricostruzione, oltre a formalizzare la doppia funzione del Commissario: oltre a essere il promotore della ricostruzione fisica, diventa anche il soggetto delegato alla riparazione (intesa come rigenerazione socioeconomica) dei territori colpiti dal sisma del 2016.
Con il Dl Ricostruzione è stata varata la stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione per consentire di dare continuità agli atti amministrativi necessari; si è data autorizzazione all’aumento del personale nelle Soprintendenze del cratere da parte del MIC (Ministero della Cultura), che era condizione necessaria per provvedere alla formalizzazione di atti amministrativi in un territorio ricco di opere d’arte di grande rilevanza (il decreto è stato definitivamente approvato il 3 agosto).

Non ultima: le attività produttive potranno beneficiare dell’anticipazione Iva, così come alle imprese è stato consentito di scegliere i prezzari più aggiornati.
Dopo sette anni dalla tragedia dobbiamo ridare fiducia a un territorio – quello dell’Appennino centrale – bellissimo e fragile, da troppo tempo marginalizzato dalle linee di sviluppo tracciate per il Paese. Rilanciare il territorio dell’Appennino centrale vuol dire porre le condizioni per sostenere le nuove attività economiche e sociali che costituiscono le condizioni per la vita di imprese e famiglie.
La Cabina di Coordinamento sisma ha approvato 1.357 progetti, che troveranno attuazione sia nel cratere del sisma 2016 che in quello del sisma 2009. I progetti sono finanziati con oltre 396 milioni di euro e generano 767 milioni di euro di investimenti, all’interno del programma NextAppennino, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del Pnrr. Una dimostrazione pratica di come si possano spendere – e spendere bene – le risorse pubbliche. C’è un’Italia che sa mettere a terra i finanziamenti pubblici per generare nuova vita economica e sociale. È l’Italia centrale, ferita ma non abbattuta dopo il sisma del 2016. Alle Istituzioni il compito di non tradire la fiducia che è rinata.
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