Si erano incontrati in una sala adiacente al bar ‘Il posto giusto’ di via Monte Giberto a Fidene, alla periferia di Roma in zona Colle Salario, per la consueta assemblea di fine anno del Consorzio Valleverde, un complesso residenziale sul lago del Turano, a metà strada tra i comuni di Ascrea e Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti.

Lì sono stati raggiunti da Claudio Campiti, 57 anni, armato di un Glock calibro nove che avrebbe rubato in un poligono di tiro a Tor di Quinto dove si era recato proprio questa mattina per partecipare ad una sessione di tiro, senza poi restituire l’arma e portandola via senza che nessuno se ne fosse accorto. Entrato armato nella sala, ha prima minacciato i presenti e quindi ha aperto il fuoco uccidendo tre donne e ferendo gravemente altre tre persone.

Le vittime sono state identificate: si tratta di Sabina Sperandio, 71 anni, Elisabetta Silenzi, 55 anni, e Nicoletta Golisano, 50 anni. Quest’ultima, commercialista incaricata della revisione dei conti del Consorzio, era amica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sui social ha pubblicato un post e una foto assieme alla donna vittima della strage compiuta stamane. “Nicoletta era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune. E’ stato quel senso del dovere a portarla lì, di domenica mattina, dove un uomo la aspettava per ucciderla a colpi d’arma da fuoco, insieme ad altre due donne, durante una riunione di condominio a Roma. Nicoletta era mia amica. Lascia il marito Giovanni e uno splendido bambino di dieci anni, Lorenzo. Con la sua, altre famiglie, alle quali esprimo tutta la mia vicinanza, sono state distrutte“, scrive Meloni. “L’uomo che ha ucciso queste tre donne innocenti, e ha ferito altre tre persone, è stato fermato e spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso. Il poligono dal quale aveva sottratto la pistola (il porto d’armi gli era stato rifiutato) è sotto sequestro. Eppure la parola “giustizia” non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così“, aggiunge la premier. “Nicoletta era felice, e bellissima, nel vestito rosso che aveva comprato per la festa del suo cinquantesimo compleanno, qualche settimana fa. Per me sarà sempre bella e felice così. A Dio Nico. Ti voglio bene“, conclude Meloni.

Dietro la strage compiuta dall’uomo questa mattina, bloccato con grande coraggio da alcuni cittadini, prima di venir fermato e condotto in caserma dai carabinieri del Nucleo radiomobile intervenuti sul posto, c’era la sua crociata contro il Consorzio.

Un odio manifestato anche online, su un blog gestito da Campiti. L’ultimo post risale al 2 novembre 2021, si intitola “Benvenuti all’inferno”, e le parole al suo interno sono il segnale dei gravi problemi che si sono manifestati questa mattina nella strage, dopo anni di rabbia repressa.

Il Consorzio Valleverde è in realtà una associazione a delinquere (come dicono a parole in Procura), direi anche mafiosa”, accusava Campiti. “Qui la banda a delinquere del Consorzio e dello Stato ti dice come devi pagare il pizzo senza rompere i coglioni ma elegantemente dice solo che devi partecipare“, scriveva attaccando la gestione del Consorzio, allegando ance una sorta di cronistoria delle denunce presentate anche nei confronti del prefetto di Rieti.

In quel luogo che alcuni romani avevano scelto per le loro vacanze, e in cui Campiti invece viveva regolarmente, i ‘precedenti’ erano già stati significativi. La vicepresidente del consorzio, Luciana Ciorba, ha raccontato al Corriere della Sera che “un anno e mezzo fa lo avevamo denunciato per minacce, anche se nessuno ci ha chiamato per raccontare la nostra storia. Era divenuto aggressivo e anche poco decoroso, girava seminudo anche quando c’erano ragazzini”.

Secondo la testimone il problema era che Campiti “non voleva pagare quello che avrebbe dovuto e questo andava avanti da molto tempo”. La donna cita anche un episodio avvenuto la scorsa estate: “Il consorzio aveva costruito un campo di pallavolo per i bambini, che un giorno per sbaglio sono passati rasente alla sua proprietà. E’ uscito, li ha minacciati di ucciderli e i bambini si sono spaventati tantissimo. Sono state fatte tante denunce, ma nessuna ha avuto seguito”.

A fermare Campiti mentre urlava “Mafiosi, vi uccido tutti”, è stato Silvio Paganini, 67enne impiegato nel settore del turismo. Ricoverato al pronto soccorso del policlinico Gemelli, ha raccontato a Repubblica quanto accaduto questa mattina bel bar di Fidene: “Eravamo già tutti seduti nella sala, quando si è aperta la porta, è entrato quell’uomo con una pistola in pugno. La stringeva con due mano e mirava dritto ai volti“.

Paganini, ferito al volto da un proiettile, senza esitare gli si è gettato contro per fermarlo: “In un attimo ha esploso quattro colpi, stava per sparare ancora. Non ho avuto il tempo di riflettere, gli sono saltato addosso e ho provato a fermarlo prima che uccidesse ancora“.

Campiti è stato colto da malore una volta portato in caserma ed è stato necessario l’intervento di un’ambulanza. Durante l’interrogatorio l’uomo non ha risposto alle domande degli inquirenti ed è rimasto in silenzio.

Redazione

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