L'€conomista
Telecomunicazioni, crisi sulla redditività. Aggiornare le leggi per rispettare il Pnrr
Crollano i margini nel settore, i ricavi sono al minimo storico e rallentano investimenti e sviluppo. Il Ddl concorrenza può diventare l’occasione per riequilibrare il mercato e sostenere la transizione
Le Telecomunicazioni sono un comparto strategico, sulle cui gambe camminano risorse importanti del PNRR (6,7 miliardi di euro), dedicate alla transizione digitale dell’Italia. Le TLC rappresentano dunque un architrave fondamentale per sostenere competitività e modernizzazione del Paese.
Nonostante la centralità del ruolo di queste infrastrutture, il settore sta vivendo da diversi anni un momento di profonda crisi focalizzata sulla redditività economica. Una crisi aggravata dal forte incremento del costo delle materie prime e dell’energia, cui si è aggiunta di recente una forte spinta inflazionistica. Il combinato disposto di questi fattori di crisi rende estremamente complicato per gli operatori investire nelle reti di nuova generazione e, di conseguenza, rispettare la tabella di marcia verso la digitalizzazione prevista dal PNRR.
I ricavi complessivi del settore in Italia sono scesi al minimo storico: siamo a circa 27 miliardi di euro. Il motivo principale di questa caduta libera è la sempre più serrata competizione sui prezzi, acuita dall’eccessivo numero di player sul mercato, aumentati nettamente con l’arrivo degli operatori virtuali. Di conseguenza in termini di redditività i conti delle aziende TLC non tornano. E questo incide direttamente in negativo anche sugli interessi generali del Paese. Un modello economico al momento piuttosto distorto che non solo brucia ogni anno miliardi di ricavi, ma non fa gli interessi del settore e degli utenti.
All’attuale fotografia nazionale del settore, va aggiunto il fatto che la tendenza italiana è in controtendenza rispetto a quanto accade nel resto d’Europa e del mondo, dove i margini per le imprese TLC restano in costante aumento. Conseguenza naturale negativa in Italia è che sia investimenti sia sviluppo risultino in regressione. In questo contesto, la Legge Annuale per la Concorrenza, provvedimento approvato lo scorso giugno dal Cdm che nelle scorse settimane ha iniziato il suo iter di approvazione in Senato, rappresenta una grande opportunità per modificare il quadro normativo relativo al settore TLC. Si potrebbero aggiornare facilmente una serie di norme ormai datate che sottraggono risorse alle aziende, senza creare alcun beneficio per lo Stato.
Secondo le imprese del settore, è fondamentale mettere in campo un piano d’azione concreto per costruire un’Italia più connessa, moderna e competitiva. Le priorità individuate sono ambiziose, ma imprescindibili: un quadro normativo e regolatorio stabile sia a livello nazionale che europeo in grado di attrarre investimenti e garantire equità di mercato, sviluppo adeguato delle infrastrutture digitali fondamentali per il percorso verso la sovranità tecnologica e la modernizzazione economica, competizione più equa con gli OTT attraverso interventi mirati su costi energetici e gestione dello spettro radio. Infine massima attenzione al capitale umano, con politiche del lavoro moderne e inclusive che includano semplificazione normativa e incentivi per investimenti ad hoc.
Lisa Di Feliciantonio, Chief Communication and Sustainability Officer di Fastweb+Vodafone: «Il settore delle telecomunicazioni vive una crisi strutturale da ormai dieci anni. Al calo dei ricavi e dei margini si aggiunge l’insostenibilità di un modello in cui gli operatori di rete fanno fronte a ingenti investimenti per adeguare le infrastrutture in conseguenza dei crescenti picchi di traffico generati dalle piattaforme OTT, che non contribuiscono in modo proporzionale ai costi del sistema. Il disegno di legge sulla concorrenza rappresenta dunque un’occasione per correggere alcune delle asimmetrie che penalizzano gli operatori tradizionali — come l’obbligo, imposto solo alle telco, di garantire assistenza telefonica gratuita — e ristabilire condizioni eque per uno sviluppo sostenibile e competitivo del mercato».
© Riproduzione riservata






