Formulata l’ipotesi di omicidio contro ignoti in relazione alla morte di Tiziana Cantone, la 31enne trovata senza vita il 13 settembre 2016 all’interno della cantina della propria abitazione a Mugnano di Napoli, comune a nord del capoluogo partenopeo. Questo il fascicolo aperto dalla procura di Napoli nord.

“Un atto dovuto” fanno sapere dalla procura, dopo la denuncia depositata due settimane fa, dai legali della famiglia della giovane che si sarebbe suicidata dopo la diffusione in rete di alcuni filati privati, e relativa agli accertamenti, svolti da un team di esperti informatici, sul presunto utilizzo del telefono cellulare della ragazza dopo la sua morte.

Una svolta nelle indagini, anche se al momento non c’è nessun indagato. La denuncia – come conferma il legale della famiglia, Salvatore Pettirossi, a LaPresse – è stata depositata contro ignoti quindici giorni fa. La documentazione è stata già iscritta e il pm Giovanni Corona è già al lavoro per svolgere le indagini.

Inoltre sulla pashmina che la ragazza avrebbe usato per impiccarsi sono state infatti rinvenute tracce biologiche maschili, oltre a quelle di Tiziana e della zia, che trovò la ragazza e le sfilò la sciarpa che le stringeva il collo.

Tornando al cellulare della 31enne, dagli accertamenti è emerso che l’Iphone è stato acceso, bloccato e utilizzato per circa un’ora dopo il sequestro seguito al ritrovamento del corpo. Gli investigatori, ricordano i consulenti del team statunitense, “riferirono di non essere riusciti ad accedere al suo cellulare a causa del PIN”. Secondo Emme-Team però, qualcuno invece riuscì ad accedere a quel cellulare trovato a poca distanza dal corpo esanime della 31enne.

Redazione

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