11%, il tasso di affluenza alle ultime elezioni studentesche, e non si tratta di un qualsiasi Ateneo, ma dell’Alma Mater di Bologna. Quasi il 90% degli studenti dell’università più antica d’Europa, nella città simbolo della lotta ideologica, si è astenuto. Dato percentuale in continuo calo negli ultimi 10 anni. Disillusione o disinteresse? Probabilmente entrambi. Questa cifra va in netto contrasto con la storia di una città e di un ateneo che è sempre stato un terreno di grandissimo fermento politico.

Ma cosa sta accadendo ora? Università dal latino “Universitas” cioè “totalità” sta indicare una esperienza piena dove coniugare studio, relazione, arte, conoscenza, impegno e curiosità. Se è infatti vero che è possibile oggi seguire una qualsiasi lezione da casa, il Covid ce lo ha insegnato, cosa spinge e spingerà in futuro uno studente a raggiungere fisicamente l’università?

I dati ANVUR sugli iscritti segnalano un aumento molto importante di studenti che scelgono le università telematiche, evidenziando una tendenza preoccupante in cui l’università sta perdendo sia la sua identità di “comunità” sia la sua attrattiva, trasformandosi in una semplice fabbrica di titoli, dove l’unico obiettivo rilevante è il conseguimento dei diplomi. Così corriamo il rischio di vedere studenti che non si sentono parte integrante di questa o quella comunità accademica e non si preoccupano più di preservarla o arricchirla. È innegabile che stiamo assistendo a un declino della vivacità culturale e del dibattito politico e sociale, aspetti che hanno sempre caratterizzato gli ambienti e le aule universitarie.

Quindi pensiamo che da ora in avanti sarà questo il modello o vogliamo chiederci: come possiamo arginare questo declino dell’interesse per l’università e la partecipazione attiva? L’approccio potrebbe consistere nell’identificare l’università come una comunità di sviluppo relazionale, ampliando le attività extra-didattiche che possono rendere accattivante il percorso universitario. Questo potrebbe includere un maggiore coinvolgimento delle realtà studentesche, la creazione di spazi per il dialogo tra docenti e studenti, e l’implementazione di iniziative culturali che stimolino il dibattito e la creatività. Un ruolo decisivo lo possono svolgere le liste studentesche, realtà universitarie essenziali per dare voce agli studenti e coinvolgerli attivamente nel processo decisionale dell’università.

L’università deve tornare a essere un ambiente di cultura e dibattito, e gli studenti devono sentirsi motivati a farne parte attivamente. Solo così potremo sperare di invertire la tendenza verso la disillusione e il disinteresse e rivitalizzare il ruolo storico dell’ambiente universitario.

Nicolò Francesco e Righi Marco Battiato - studenti di Meritare l'Europa

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