In un video postato all’epoca in cui andava di moda cavalcare la vicenda Bibbiano – ovvero l’inchiesta “Angeli e Demoni“, portata avanti dalla procura di Reggio Emilia – l’attuale Premier Giorgia Meloni, allora leader di Fratelli d’Italia, esordiva dicendo che non c’era necessità di chiedere scuse sul caso giudiziario in oggetto.
Non solo: Meloni si era fatta fotografare, reggendo un cartello con su scritto “Siamo stati i primi ad arrivare, saremo gli ultimi ad andarsene”: intendeva che Fratelli d’Italia avrebbe tenuto alta l’attenzione sul caso, che vedeva, fra i coivolti, un esponente del Pd, sindaco del paesino, fulcro della vicenda.
Ma le scuse oggi si rendono nececcarie, visto che è arrivata l’assoluzione per Claudio Foti, psicoterapeuta al centro dell’inchiesta, in quanto gestore dei servizi erogati dal punto di supporto “Hansel e Gretel”. La Corte di Appello di Bologna ha assolto Foti da tutte le accuse, infatti, per non aver commesso il fatto dall’abuso di ufficio e perché il fatto non sussiste dal reato di lesioni dolose gravi. In primo grado a Reggio Emilia Foti era stato condannato a quattro anni.
“Ho una domanda per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: a che ora intende chiedere scusa per lo sciacallaggio di quattro anni fa su Bibbiano?”, ha chiesto oggi il nostro direttore, Matteo Renzi, via social. Una domanda per la Premier cui ci sentiamo di aderire: a che ora, Presidente, arriveranno le scuse?
