Aperta inchiesta: ipotesi emorragia interna
Vincenza muore dopo il parto, l’addio del compagno: “Nostro figlio crescerà con i tuoi valori”
Sarà l’autopsia a far luce sulla morte di Vincenza Donzelli, la 43enne operatrice turistica di Napoli deceduta nelle scorse ora in seguito alle complicanze post parto avvenuto l’8 agosto scorso alla Clinica Internazionale si via Tasso.
La Procura ha aperto un fascicolo sulla morte della fondatrice della Galleria Borbonica di Napoli, molto conosciuta nel quartiere Chiaia e compagna di Andrea Cannavale, produttore cinematografico e figlio dell’attore napoletano Enzo.
La donna dopo una gravidanza “serena” secondo i familiari, è stata ricoverata il 7 agosto scorso per partorire naturalmente. Poi dopo oltre 24 ore, dove è stata sottoposta alla stimolazione per l’induzione al parto, ha dato alla luce il figlio con un taglio cesareo. Da qui è iniziato il suo calvario dovuto, ma saranno gli accertamenti a cristallizzarlo, a una emorragia interna. Il 9 agosto a causa delle condizioni sempre più gravi, Vincenza è stata trasferita nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli di Napoli dove i medici hanno fatto il possibile per salvarla ma nelle scorse ore è arrivato il decesso.
Adesso dopo la denuncia presentata dai familiari, saranno le indagini coordinate dalla Procura e condotte dalla polizia a fare chiarezza su eventuali responsabilità dei sanitari.
“Buon viaggio Amore Mio bello… È stato un privilegio averti vissuto, Sei stata un esempio di Vita… Ti prometto che crescerò nostro figlio con i tuoi valori e con la tua purezza danimo.
Mi hai fatto vivere il sogno più bello della mia Vita. Ti Amerò per sempre”, è il messaggio che scrive su Instagram il compagno Andrea Cannavale che il 7 agosto scorso, giorno del ricovero in clinica di Vincenza, aveva pubblicato una foto da via Tasso con la didascalia “una serata particolare, con te” taggando la compagna.
“I medici hanno esplorato la ferita laparoscopica accertandosi che non ci fossero focolai di emorragie e riscontrando, invece, delle perdite nello strato della parete addominale, per cui la paziente è stata sottoposta a trasfusioni ma nonostante l’immissione di piastrine e plasma, gli anestesisti hanno valutato la necessità di un’assistenza di secondo livello” fanno sapere dalla clinica Internazionale, secondo quanto riportato da Il Mattino.
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