Da circa due settimane una donna di 85 anni è detenuta presso il carcere milanese di San Vittore. La sua condanna definitiva è di soli 8 mesi, scaturita dall’occupazione abusiva di un alloggio. Nonostante il reato non sia di grande pericolosità sociale e la pena comminata di brevissima durata, la donna è stata tuttavia condotta nel carcere del capoluogo lombardo. Ad aggravare la situazione il fatto che la signora non è autosufficiente, richiedendo perciò un’assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori.

Fino ad oggi, nonostante i ripetuti solleciti dell’istituto e un’istanza di scarcerazione, la signora si trova ancora ristretta nell’istituto. “La vicenda – sottolinea Valeria Verdolini, responsabile della sede lombarda di Antigone investe due questioni: la sempre maggior frequenza con cui persone anche ultrasettantenni o ultraottantenni entrano in carcere, e la questione centrale della residenza, che impedisce una vera e propria presa in carico da parte dei servizi, lasciando al penitenziario l’onere di gestione residuale. La richiesta che facciamo è che per questa anziana donna si trovi il prima possibile una soluzione che le consenta di scontare la pena in un luogo più confacente e sicuro, per la sua età e le sue condizioni di salute”.

“Al 30 giugno 2022 si contavano 1.065 detenuti che hanno più di 70 anni, rappresentando questi quasi il 2% della popolazione detenuta. Un numero che negli anni recenti è in costante crescita. Serve grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione”, sottolinea Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. “Questo passa anche dal creare strutture di sostegno sociale e abitativo che consentano a queste persone anziane (e non solo a quelle anziane) di poter accedere a misure alternative, senza che proprio la condizione sociale di partenza diventi un ulteriore elemento discriminante” conclude Gonnella.

Negli ultimi anni è aumentato il numero dei detenuti in tarda età. Al 2019 risultano 986 persone dove non mancano detenuti che hanno raggiunto la soglia dei 90 anni soprattutto gli ergastolani al 41 bis. Ovviamente con l’emergenza Covid la situazione delle persone molto anziane recluse si è aggravata a causa delle patologie legate alla loro età. Del problema si era parlato sui media quando fu arrestato Emilio Fede in un ristorante.

Il caso della signora sollevato da Antigone è da considerare grave è sicuramente risolvibile perché c’è di mezzo l’occupazione abusiva di un alloggio un reato che non dovrebbe comportare il carcere a quell’età. Il nostro ordinamento penitenziario prevede che la pena detentiva inflitta a una persona che abbia compiuto 70 anni può essere espiata nella propria abitazione o in un luogo di cura assistenza e accoglienza. Tre anni fa ci fu il caso dell’82enne Gino Baccani recluso a Rebibbia per reati commessi molti anni prima.