Continua, silenziosa, la strage nelle carceri. Altri due detenuti sono morti nel giro di poche ore nella casa circondariale Uta di Cagliari. A denunciarlo nella giornata di martedì 10 ottobre Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo diritti riforme”. “La prima vittima si è registrata nella tarda serata di ieri e si tratta di C.G., cagliaritano, trovato senza vita nella sua cella”. Secondo quanto ricostruito da Caligaris, “sembra che per stordirsi” l’uomo “abbia fatto uso del gas contenuto nella bomboletta utilizzata per scaldare il cibo. L’altro decesso – spiega – si è verificato all’alba e ha riguardato L.V., ricoverato all’ospedale Brotzu per le precarie condizioni di salute”.

Sono circa una settantina i suicidi da inizio 2022 a cui si sommano oltre una sessantina di decessi per altre cause.  Secondo Caligaris “appare paradossale che in un istituto nuovo debbano ancora essere disponibili le bombolette di gas” che andrebbero sostituite con piastre elettriche.  “La notizia della morte dei due detenuti – ha spiegato – avviene in un momento molto particolare della casa circondariale dove la presenza di persone con gravi patologie è ormai una costante. Nel caso di L.V., si è trattato di una complicazione imprevedibile in quadro diagnostico peraltro difficile. Per quanto riguarda invece C.G., si ritiene che ancora una volta sia stata una condizione psicologica particolarmente fragile a indurlo a usare il gas”.

“L’impegno assunto dalla polizia penitenziaria per contrastare l’ingresso in carcere di sostanza d’abuso – afferma ancora l’esponente di Sdr – non è più sufficiente. La massiccia presenza di tossicodipendenti con problemi psichici genera uno stato di costante allerta ma è evidente che in un istituto così grande e dispersivo è più facile riuscire a nascondere le sostanze e trovare poi il modo per farle circolare. Occorre quindi trovare strumenti per una prevenzione più oculata e contemporaneamente favorire la presa in carico dei pazienti tossicodipendenti, specialmente quelli più fragili”.

In un altro carcere cagliaritano, quello Is Arenas di Villanovafranca, è stato registrato invece il suicidio di un agente di polizia penitenziaria. Si tratta di un uomo di circa 50 anni trovato senza vita nella propria abitazione. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. L’uomo lascia un figlio. ”E’ una notizia inquietante, che sconvolge tutti noi”, dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Dall’inizio dell’anno sono stati tre i poliziotti che si sono tolti la vita.

”L’uomo rivestiva il grado di vice sovrintendente, era istruttore di tiro e svolgeva le funzioni di sorveglianza generale, servizio in diramazione e pure responsabile automezzi. Era sempre disponibile e ben voluto dai colleghi, con i quali aveva un ottimo rapporto. E’ una tragedia…”. Il Sappe rileva come ”i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Lo scorso anno 2021 sono stati 5 i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, 6 furono nel 2020 ed erano stati 11 nel 2019”.

Redazione

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