Discriminazioni
A Milano “gli israeliani non sono i benvenuti”: l’operazione degna dei fascisti degli anni Trenta
Milano è recentemente diventata teatro di un preoccupante fenomeno: la comparsa diffusa di cartelli con la scritta “gli israeliani non sono i benvenuti”. Questa azione, che evoca inquietanti paralleli con le discriminazioni del passato, mi vede in prima linea nella condanna e nell’azione, nonostante una deludente assenza di risposte chiare da parte delle istituzioni.
Come i fascisti
Il 90% di queste affissioni, come ho potuto constatare, sono state concentrate all’interno del quartiere ebraico, comprese le zone di via Tolstoj, via Soderini e via D’Alviano, dove alcuni manifesti sono apparsi anche all’ingresso delle stazioni della metropolitana. Il fatto che abbiano messo il 90% dei cartelli lì è la dimostrazione di come l’antisionismo sia una nuova forma di antisemitismo, un dato che non può essere ignorato e che solleva seri interrogativi sulle motivazioni dietro tali gesti. Come consigliere comunale di Azione, ho espresso una condanna senza mezzi termini. Questa è la sottile ma inesistente linea che separa la critica politica da una discriminazione basata sull’origine nazionale o religiosa. A prescindere da chi guidi i governi degli Stati, siano essi democratici o meno, affiggere cartelli discriminatori contro una qualsiasi nazionalità è un’operazione degna dei fascisti degli anni Trenta. Non possiamo permettere che la nostra città sia imbrattata da messaggi così carichi di odio e intolleranza. Questi cartelli non sono semplici atti vandalici; sono una manifestazione di un sentimento profondo e pericoloso che minaccia i valori fondamentali della nostra società.
L’odio e la discriminazione non devono trovare posto
Di fronte a questa escalation, ho intrapreso azioni concrete e immediate. Stiamo ovviamente facendo la segnalazione all’AMSA per la rimozione dei cartelli, un primo passo per ripulire le nostre strade da questa vergogna. Ma la questione va ben oltre la semplice pulizia. Per questo, ho affermato che denuncerò questa azione in tutte le sedi opportune. Non solo, ho già annunciato pubblicamente che lunedì mi recherò personalmente in Questura per sporgere denuncia. È fondamentale che le autorità competenti indaghino a fondo su questi episodi, identificando i responsabili e assicurandoli alla giustizia. Solo così potremo inviare un messaggio chiaro: l’odio e la discriminazione non hanno posto da noi. La gravità della situazione impone una riflessione più ampia e urgente sulla diffusione dell’antisemitismo. Ho sottolineato, e lo ribadisco con forza, l’assoluta urgenza di svolgere un consiglio comunale sul tema. L’antisemitismo sta diventando un problema molto serio in città, con un’aggressione a settimana.
La richiesta
Questi cartelli, dunque, non sono un episodio isolato, ma si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni e violenze che richiedono una risposta ferma e coordinata da parte delle istituzioni e della società civile. Di fronte alla mancata risposta delle istituzioni, io e altri colleghi abbiamo chiesto che venga fatta propria la mozione del consigliere Alessandro De Chirico per svolgere una seduta speciale del consiglio comunale sull’antisemitismo da tenersi in un luogo ebraico. Dobbiamo affrontare di petto questa realtà, senza minimizzazioni o tentennamenti. È nostro dovere proteggere le minoranze e combattere ogni forma di discriminazione. La memoria storica ci insegna che l’indifferenza e il silenzio sono i terreni più fertili per la crescita dell’odio. È tempo di agire con determinazione per difendere i principi di convivenza pacifica e rispetto reciproco che sono alla base della nostra comunità.
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