Come il gabbiano, anch’io vorrei tanto essere amico di Mario Abbruzzese. Per me sarebbe un onore averlo nella chat del padel, annoverarlo tra i follower di X o essere taggato almeno in uno dei suo selfie. Mannaggia che sfiga, perché a differenza dell’amico pennuto, per il quale, confesso, provo una sincera invidia che mi rode dentro e mi fa star male, non posso dire e vantarmi altrettanto di essere un fedele amico del presidente del Consiglio Regionale del Lazio.

Abbruzzese è un politico navigato, uno che conosce a menadito il suo territorio, che potrebbe guidare a occhi chiusi da Fiuggi a Cassino senza commettere una sola infrazione al codice della strada, così come gli è sufficiente guardare lo scorcio di un campanile o un angolo di piazza per capire immediatamente di quale comunità del frusinate si tratta. Del suo collegio elettorale conosce vita, morte e miracoli di tutti, avrà migliaia di amici e conoscenti, tanti quanto i ventiquattromila e passa voti che ha raccolto da candidato della Lega alle ultime elezioni europee.

E chissà tra questi quale posto occupa il nostro gabbiano che improvvisamente e senza alcun preavviso Mario ci ha presentato l’altro pomeriggio con un post pubblicato sulla pagina Facebook. A questo punto, volendo dare un’interpretazione velatamente andreottiana all’amicizia pennuta di Abbruzzese, chiedo per un amico, se per qualche ragione il gabbiano non è lì a scrutare il golfo per ribadire come nei rapporti politici gli amici veri, fedeli e sinceri sono pochi, si contano su un palmo della mano, al massimo tre o quattro, più un gabbiano.

Avatar photo

Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).