Turismo
Affitti brevi, arriva la stretta di New York: l’host dovrà essere presente in casa
Il rischio che molti annunci di affitti turistici verrano eliminati è concreto e secondo alcune critiche la manovra sarebbe stata influenzata dagli interessi alberghieri, per limitare le opzioni di alloggio più economiche
Mentre in Europa varie città stanno cercando di regolamentare l’attività degli affitti turistici, con risultati più o meno incisivi, New York è pronta alla stretta finale.
La nuova legge entrata in vigore il 5 settembre richiederà a chi mette in affitto la propria casa (“host”) di risiedere effettivamente nella stessa abitazione e di essere presente durante il soggiorno degli ospiti, con un limite massimo di due per prenotazione, a prescindere dalle dimensioni dell’abitazione.
Le piattaforme di affitti brevi, come Airbnb, Vrbo e Booking.com, dovranno assicurarsi che gli host abbiano ottenuto l’autorizzazione dal comune prima di consentire loro di elencare le proprietà. Le sanzioni per chi viola queste regole saranno piuttosto severe, con multe che possono arrivare fino a 5.000 dollari per gli host e fino a 1.500 dollari per le aziende.
Il rischio che molti annunci di affitti turistici verrano eliminati è dunque concreto e secondo alcune critiche la manovra sarebbe stata influenzata dagli interessi alberghieri, per limitare le opzioni di alloggio più economiche per i visitatori. Come riporta Il Sole 24 Ore ad agosto 2023 il portale Inside Airbnb ha mappato circa 43mila annunci online a New York City, di cui il 42% sono camere in condivisione e il 56% case intere.
In Italia, il mercato degli affitti brevi è in crescita e l’aumento dell’attività ha sollevato preoccupazioni in alcune città italiane, come Firenze, Roma e Venezia, che stanno cercando di limitarne l’impatto attraverso regolamenti locali, mentre il governo ha annunciato la volontà di disciplinare questa attività attraverso un disegno di legge proposto dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Il testo prevederà l’obbligo di ottenere un codice identificativo nazionale e l’imposizione di un soggiorno minimo di due notti nei comuni ad alta densità turistica.
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