Il corpo di “Alexei Navalny non è nell’obitorio che era stato indicato dalle autorità russe”. E’ quanto sostengono i collaboratori del dissidente, morto venerdì in carcere, dove stava scontando una pena di 19 anni per estremismo politico. Un dipendente della struttura di Salekhard afferma infatti di non aver ricevuto il cadavere e a confermarlo è stata anche la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh.

“L’avvocato di Aleksei e sua madre sono arrivati all’obitorio di Salekhard. E’ chiuso pero’, la colonia ha assicurato che funziona e il corpo di Navalny e’ li’. L’avvocato ha chiamato il numero di telefono che e’ sulla porta. Gli e’ stato detto che e’ il settimo a chiamare oggi. Il corpo di Aleksei non e’ all’obitorio”. Lo ha affermato su X la portavoce dell’oppositore russo, morto ieri.

“Tengono il corpo in ostaggio e le autorità mentono”

“Un altro avvocato di Navalny, che si è presentato al comitato investigativo di Salekhard, è stato informato che ‘la causa della morte di Aleksey Navalny non è stata stabilita, è stato effettuato un nuovo esame istologico’”. Lo scrive la portavoce Kira Jarmysh su X. “I risultati dovrebbero essere pubblicati la prossima settimana. È ovvio che mentono e fanno di tutto per non dover consegnare il corpo”, ha aggiunto. Oggi la madre dell’oppositore deceduto ieri è in viaggio verso la colonia penale dove suo figlio era stato imprigionato e alla fine ha trovato la morte.

Alexey Navalny è stato ucciso da Vladimir Putin e il regime della Russia. Sono state subito immediate le reazioni dal mondo occidentale sulla morte del dissidente del presidente russo, in carcere da anni. Una notizia circolata in tarda mattinata, su cui ancora non si sa molto. I russi hanno fornito una versione secondo cui si sarebbe “sentito male durante una passeggiata” ma ancora non è chiaro come sia morto Navalny.

Navalny morto, ucciso da Putin

“Dire Navalny è morto’ è sbagliato. Navalny è stato ucciso da Putin è il modo giusto”. Non ha usato mezzi termini il consigliere del ministero dell’Interno ucraino Anton Gerashchenko. La stessa reazione l’ha avuta il presidente della Lettonia Edgars Rinkevics: “Qualunque sia il vostro pensiero su Alexey Navalny come politico, è stato appena brutalmente assassinato dal Cremlino. Questo è un fatto ed è qualcosa che si dovrebbe sapere sulla vera natura dell’attuale regime russo. Le mie condoglianze alla famiglia e agli amici”.

Navalny, la reazione dell’Europa

Il primo a prendere voce dalle istituzioni europee è stato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: “Alexei Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l’estremo sacrificio. L’Ue ritiene il regime russo l’unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia. E a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo nelle condizioni più buie. I combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai”.

Chi era Alexey Navalny e cosa rappresenta per il mondo occidentale

Alexey Navalny, grande oppositore di Vladimir Putin è morto in carcere, lo riporta l’agenzia russa Tass, secondo la quale le cause della morte sono in fase di accertamento. Secondo i comunicati delle agenzie russe Navalny si sarebbe sentito male dopo una passeggiata e sarebbero state eseguite tutte le procedure di rianimazione. Navalny ha una storia difficile alle spalle. L’oppositore di Putin è stato arrestato tre volte nel 2017 per aver organizzato manifestazioni e proteste contro la corruzione russa e direttamente contro Vladimir Putin.

Arresti per i quali la Corte Europea dei diritti dell’uomo condanna la Russia a risarcirlo con 50mila euro per danni morali, oltre 1.000 euro per danni materiali e 12.653 euro per le spese sostenute. Per i giudici di Strasburgo, intatti, era stato arrestato per “sopprimere il pluralismo politico”.

Alexey Navalny scampato all’avvelenamento nel 2020: è morto in carcere

Nel 2020 mentre con la sua portavoce è in volo da Tomsk a Mosca perde i sensi ed entra in coma. Trasportato a Berlino per le cure (operazione non poco controversa) è un portavoce del governo tedesco ad avanzare l’ipotesi dell’avvelenamento. Le analisi su Navalny infatti avevano riscontrato la presenza del Novichok, agente nervino già utilizzato per avvelenare l’ex spia Sergej Skripal nel 2018. Dopo una lunga convalescenza, sceglie di sfidare di nuovo il potere. Torna in Russia e viene ancora una volta arrestato e condannato a due anni e otto mesi di carcere.

 

Redazione

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