Avvelenato e sopravvissuto, arrestato al ritorno in Russia per “estremismo” e, dal gennaio 2021, sbattuto in una cella micro dove subiva punizioni appena faceva qualcosa. E’ morto così Alexey Navalny, 47 anni, oppositore di Vladimir Putin seppellito in carcere. E’ morto mentre è pronta a partire la campagna elettorale di un dittatore che non avrà rivali alle prossime elezioni. L’annuncio del decesso è arrivato nella tarda mattina di venerdì 16 febbraio. Era ristretto nella colonia penale n. 3 dell’Okrug autonomo di Yamalo-Nenets. In una nota il dipartimento regionale del servizio penitenziario federale spiega che Navalny avrebbe accusato un malore dopo una passeggiata. Nei suoi quattro anni di carcere ha trascorso oltre 300 giorni in isolamento.

“Il 16 febbraio di quest’anno, nella colonia correzionale n. 3, il detenuto Navalny A.A. si è sentito male dopo una passeggiata, perdendo quasi immediatamente conoscenza. Gli operatori sanitari dell’istituto sono immediatamente arrivati ed è stata chiamata una squadra medica di emergenza”, si legge nel comunicato. “Sono state eseguite tutte le misure di rianimazione necessarie, ma non hanno dato risultati positivi. I medici del pronto soccorso hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte”, aggiunge il comunicato rilanciato dalle agenzie russe. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, sostiene che Putin sia stato informato della morte del nemico Navalny, ma di non conoscere la cause del decesso che dovrebbero essere chiarite dai medici, ha detto il portavoce del Cremlino. “Non lo so. I medici devono capirlo in qualche modo”, ha detto il portavoce ai giornalisti che gli chiedevano se sapesse i motivi del decesso dell’oppositore. Per la tv russa Navalny sarebbe morto per una embolia. Le cause, in un Paese tutt’altro che democratico come la Russia, probabilmente non verranno mai rese note.

Pochi giorni fa Navalny era stato trasferito in cella di isolamento per la 27esima volta dall’inizio della sua detenzione. Avrebbe dovuto passare nella ShiZO 15 giorni, un record anche per il vessatorio sistema penitenziario russo. In totale ha trascorso 308 giorni in isolamento dall’inizio della sua detenzione, nel gennaio del 2021.

I legali di Navalny: “Non ne abbiamo ancora conferma”

Kira Yarmysh, la portavoce di Alexei Navalny, ha detto di non avere ancora notizie dirette sul decesso dell’oppositore. “Il servizio penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets – ha scritto Yarmysh su X – sta diffondendo notizie sulla morte di Alexei Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L’avvocato di Alexei sta volando a Kharp (città vicina al centro di detenzione, ndr). Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo”

Navalny il 4 agosto scorso era stato condannato a 19 anni di carcere per estremismo in un processo celebrato in un’aula di tribunale improvvisata nella colonia penale Ik-6 della regione di Vladimir. La prima condanna viene invece pronunciata da un tribunale di Kirov, a 3.500 chilometri di distanza da Mosca. Stava già scontando da 30 mesi condanne per un totale di 11 anni, sconterà questa ulteriore pena in una colonia a regime speciale nella regione russa di Vladimir. C

Navalny e l’avvelenamento nel 2020: morti i due medici che lo salvarono

Nell’agosto del 2020 subì un tentativo di avvelenamento con il Novichok, inconfondibile impronta degli apparati di sicurezza russi, un vero e proprio “piatto tipico” utilizzato anche durante la guerra in corso in Ucraina. Si riferisce a una classe di neurotossine sviluppate in Unione Sovietica e in Russia negli anni ’80 e ’90. Possono essere somministrate in varie forme (liquida, polvere, aerosol) e una volta inalate o entrate a contatto con la pelle possono portare alla morte in pochi minuti. Un avvelenamento che avvenne dopo che la fondazione di Navalny aveva aperto uffici in tutta la Russia in vista delle elezioni regionali di settembre dove peraltro i candidati che aveva sostenuto hanno successo insperato.  Navalny viene salvato per una serie di circostanze fortuite e due dei medici che lo hanno curato al pronto soccorso di Omsk, dove il suo aereo aveva fatto un atterraggio di emergenza a causa dei violenti sintomi, sono in seguito morti, guarda caso, in circostanze fortuite.

Navalny e il ritorno in Russia direttamente in carcere

Il Cremlino non può non approvare il suo trasferimento d’urgenza – in coma – in Germania. Ma Navalny sa, come ogni esponente di spicco dell’opposizione, che non può rimanere fuori dalla Russia e allo stesso tempo fare politica e incarnare la possibilità di una alternanza al potere. Deve tornare a Mosca e, una volta ristabilitosi, lo fa all’inizio del 2021 e viene arrestato ancora prima di passare il controllo del passaporto. Pochi giorni dopo alza di nuovo l’asticella della sfida oramai diretta a Vladimir Putin. Viene diffusa la sua video inchiesta sul Palazzo sul Mar Nero del Presidente russo.

Rinchiuso in una cella micro, punito perché ha lavato la faccia prima del previsto

Nel corso della sua detenzione, l’opposizione russa ha denunciato che Navalny ha dovuto “lottare ferocemente” solo per ottenere i “farmaci di base”, “ha impiegato quattro giorni per avere un po’ più di acqua calda”. La moglie Yulija Navalnaja fece poi un appello su Instagram: “Immagina di essere chiuso in una gabbia di 2 metri per 3 – scrive -, che ti mettano accanto una persona che è già malata, in modo che il tuo raffreddore diventi più forte e in modo che l’influenza si aggiunga al tuo raffreddore. Che ti facciano alzare alle 6 del mattino e ti impediscano di sdraiarti tutto il giorno, anche se hai la febbre alta”.

La cella punitiva dove è stato trasferito “per non essersi lavato la faccia all’ora in cui gli era permesso” aggrava il suo stato di salute già precario dopo l’avvelenamento a cui era sopravvissuto.

Redazione

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