Vittima errori dei sanitari la “bambina di legno” aspetta da 10 anni i soldi per le cure
“Arianna ha la schiena a forma di ‘S’, ha bisogno di cure ma del risarcimento nessuna notizia”, la rabbia della famiglia
Sembrava che per una volta tutto andasse per il meglio. O almeno che ci si dirigesse verso una risoluzione di un calvario fisico e anche giudiziario che per la piccola Arianna Manzo e la sua famiglia di Cava de’ Tirreni dura da oltre 16 anni. E invece no. L’8 novembre il Governatore della Campania aveva annunciato una parte del risarcimento per la famiglia Manzo, per consentire le cure della piccola vittima di errori dei sanitari. Il tavolo di confronto era stato avviato e un acconto del risarcimento autorizzato. Ma poi tutto si è fermato nuovamente.
“Ormai la schiena di Arianna è a forma di ‘S’ – ha detto Eugenio Manzo, il papà della piccola – Ha bisogno di cure. Sabato partiremo per Perugia per far visitare Arianna da un esperto. Non abbiamo nemmeno l’auto per potercela portare, l’affitteremo. E sicuramente Arianna dovrà operarsi ancora. Non sappiamo più come fare. Non ci sono aiuti da nessuno, nemmeno da chi ci aveva fatto promesse già l’anno scorso”. Eugenio è amarissimo. La sua famiglia è umile e lui stesso anni fa ha dovuto lasciare il lavoro per potersi dedicare interamente ad Arianna che necessita di assistenza continuativa e costose cure. Tutto il loro amore non basta, Arianna ha bisogno di medici e terapie, che a volte hanno un costo altissimo.
Arianna da tutta la vita convive con una gravosa condizione psicofisica, a seguito di un errore medico che l’ha resa tetraplegica, sorda e ipovedente. Ad appena 3 mesi, entrata in ospedale con i sintomi di una bronchiolite poi degenerata in polmonite, le venne somministrato prolungatamente un farmaco non adatto ai neonati, arrecandole danni gravissimi e irreversibili. Si iniziò il processo che in primo grado durò ben 9 anni e che ritenne colpevoli i sanitari coinvolti e stabiliva un risarcimento di 3 mln di euro per Arianna che le avrebbe permesso di garantirsi le dovute cure.
Ma poi gli imputati decisero di ricorrere in Appello. E per Arianna e la sua famiglia il calvario è iniziato d’accapo. Altre perizie, altre visite mediche, altre udienze, altro strazio. Un anno e mezzo fa il Governatore della Campania Vincenzo De Luca promise alla famiglia Manzo un acconto di quei tre milioni di euro di risarcimento. Una cifra per consentire ad Arianna le cure che la sua famiglia non si può più permettere e un’organizzazione che le possa garantire una vita dignitosa.
A seguito delle sollecitazioni dell’avvocato Mario Cicchetti, legale dei genitori della ragazzina che ormai vive su una sedia a rotelle, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a inizio novembre ha fatto sapere che “all’esito degli approfondimenti tecnici svolti dai competenti uffici aziendali risulta confermata la disponibilità alla definizione stragiudiziale della controversia, sulla base delle risultanze della Ctu (consulenza tecnica, ndr) espletate in giudizio di Appello…”.
“Ho ricevuto la risposta del presidente De Luca – disse l’avvocato Cicchetti a novembre – Ora non rimane che concretizzare un accordo in tempi rapidissimi un’intesa con la Regione e il Cardarelli che ponga come base, come indicato dal Presidente già nel luglio 2020, la nota sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Salerno nei confronti del Cardarelli per 3 milioni di euro perchè, diversamente e nonostante siano trascorsi più di dieci anni dall’inizio della causa che la piccola e i suoi genitori sono stati costretti ad istruire, la famiglia non accetterà ulteriori posticipazioni o somme inferiori e attenderà la pronuncia di Appello”.
“Prendo atto di questa dichiarazione che – disse ancora l’avvocato – non fa altro che ricalcare quanto dichiarato dal Presidente più di una anno e mezzo fa. Non posso, al contempo, non constatare che, nel corso di questo periodo, gli aiuti (essenzialmente cure indispensabili alla sua sopravvivenza) che erano stati dal medesimo promessi alla Piccola non hanno trovato alcuna concreta attuazione. Confido, quindi, in un deciso cambio di rotta anche perché, com’è noto, la differenza, nella vita, e più che mai in questo caso, è sempre data dai tempi entro i quali si interviene e si forniscono puntuali risposte ai cittadini”.
Ma quel cambio di rotta non c’è stato. La famiglia Manzo è ancora in attesa e intanto Arianna sta sempre peggio e “non può più aspettare”, come grida da mesi la sua famiglia. Un grido di dolore che resta ancora inascoltato.
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