Chiusi in casa senza poter uscire ci sono anche gli indigenti, persone che non escono a fare la spesa perché i soldi per la spesa non ce l’hanno. E sempre da più parti si sente di questi drammi familiari, con persone che si rivolgono a Carabinieri e Polizia per avere qualcosa da poter mettere nel piatto.
In attesa di una misura strutturale (come si usava dire una volta) necessaria, che gioco forza va discussa, concertata, messa appunto e approvata, ricordiamoci che l’Italia ha la fortuna di avere una straordinaria rete di assistenza sociale capillare, in ogni comune del nostro Paese, anche il più piccolo e sperduto. Mi riferisco al Terzo Settore, allo straordinario capitale di donne, uomini, associazioni e mezzi che nella stragrande maggioranza dei casi già conoscono queste persone in difficoltà, conoscono perfettamente la realtà sociale in cui abitualmente operano e di sicuro conoscono il problema e possono intervenire subito.
Una cosa veloce da fare sarebbe quella di coinvolgere il Forum del Terzo Settore e affidare ad i suoi esperti la gestione dell’emergenza per le fasce più deboli della nostra società. Con piani definiti e commissari preposti concordati con la Task Force nazionale.
Ci sono gli indigenti, ci sono le donne chiuse in casa con mariti violenti, ci sono bambine e bambini chiusi in casa con parenti violenti e che abusano di loro, ci sono ragazz* LGBT+ chiusi in casa con genitori omobitransfobici, ci sono genitori chiusi in casa con figli problematici, ci sono quelli che una casa non ce l’hanno (i senza tetto sono 50 mila, e sono solo quelli censiti al 2018), e poi ci sono le famiglie con disabili fisici e psichici a carico che si sono visti chiudere i centri di aggregazione e hanno visto venir meno le attività ludiche/ricreative e terapeutiche fondamentali.
Sono drammi. Drammi. E vanno risolti alla svelta. Perché la quarantena durerà a lungo e non possiamo chiedere a lungo a queste persone di stare a casa e basta. A tutte queste persone chiedere di stare chiusi in casa, se ce l’hanno una casa, non è “un piccolo sacrificio” come si sente spesso dire. È un enorme sacrificio. Anzi è proprio l’ora di finirla di dire “vi è chiesto solo un piccolo sacrificio” quando si dice alla gente di stare chiusa in casa. È un piccolo sacrificio se stai bene, se hai una casa confortevole e se sei in compagnia di qualcuno che a sua volta non ha problemi pregressi.
Siamo in presenza di una bomba sociale pronta ad esplodere.
Dobbiamo fare qualcosa, e farlo alla svelta.
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