Che Giorgia Meloni, a caldo, potesse sostenere che ha perso le elezioni perché la sinistra ha spaventato i cittadini, dipingendo lei e Salvini come due mostri, è uno di quei commenti che è utile approfondire. Perché è come se all’improvviso vivessimo un altro film o un film altro, un altrimenti e un altrove narrativo a cui eravamo abituati prima che il Covid ci facesse conoscere la paura vera e non quella costruita dai maestri dello storytelling.
La paura è un’antica arma per spaventare e mobilitare gli elettori e, a mia memoria, non è mai stata impugnata dalla cosiddetta “sinistra”. Di contro, ricordo, da quando avevo i calzoncini corti, campagne elettorali da paura e da paure che scientemente venivano iniettate nell’opinione pubblica per spaventarla.
Vorrei soprassedere, per restare nella stretta attualità, ai tanti che hanno fatto carriera agitando lo spettro del comunismo al potere, anche dopo il crollo del muro di Berlino, anche quando la guerra non era più fredda e le sezioni degli eredi del Pci erano diventati comitati elettorali stile Ohio.
Per restare ai giorni nostri, ricordo frasi del tipo: “se vince la sinistra l’Italia diventerà il campo profughi d’Europa”, paventando perfino una fantomatica invasione dei negri che avrebbero messo a repentaglio le nostre donne e la cristianità. Di negri e rom stupratori, di stranieri che picchiano le forze dell’ordine e pisciano per strada davanti ai vecchietti abbiamo una biblioteca completa sui social di Salvini e Meloni.
Perché la paura, se abbiamo un minimo di memoria e di oggettività, l’hanno tirata fuori, sfregando la lampada di un Aladino inconsapevole, proprio Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E come qualsiasi demone che si rispetti si è rivoltato contro di loro. E il desiderio che avevano espresso, e cioè quello di prendersi il potere, si è trasformato in un incubo.
Perché alzando l’asticella di un sentimento che occorre maneggiare con cura e ponendo lo spavento come primo punto del proprio programma politico, hanno alzato la soglia di percezione della paura della maggioranza degli italiani. E se oggi andiamo in giro a chiedere se spaventano più i migranti o finire in terapia intensiva con l’ossigeno, perdere il lavoro, chiudere un negozio, non occorre un sondaggio per sapere cosa temono di più gli italiani.
Ed è evidente a tutti che oggi dei migranti non gliene frega una mazza a nessuno, così come dei rom e della legittima difesa.
Perché quando muoiono 132mila italiani, che hanno famiglia, padri, madri, sorelle, cugini, nipoti, amici, infermieri e medici che li hanno visti soffrire e morire, quando chiudono centinaia di migliaia di negozi, alberghi, ristoranti, aziende, fabbriche che hanno imprenditori, lavoratori, famiglie dei lavoratori eccetera… quando la Dad ha costretto tutte le famiglie italiane, innanzitutto le donne, a sacrificare il lavoro per badare ai figli, credetemi, e lo dico sommessamente, chi è contro i vaccini e contro il Green Pass, chi liscia il pelo ai negazionismi e ai complottisti, solo paura può fare. Ripeto, solo paura può fare. E fa paura a milioni e milioni di Italiani. Per non dire alla maggioranza.
Perché gli italiani, come diceva un cantautore che certamente non è nella playlist Meloni e Salvini, sono gente che quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti che sanno benissimo cosa fare. Si fanno quattro conti, pensano, ma siamo pazzi a dare l’Italia in mano a questi che come un disco rotto continuano con una cantilena che non sta né in cielo né in terra, che parlano di libertà e vanno a braccetto con Orban e la Le Pen, che dicono di difendere le imprese e, dicendo no al Green Pass, le vogliono far chiudere di nuovo? Ma siamo pazzi?
No, sono da paura.
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