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Governo acceleri su Piano nazionale oncologico, pazienti hanno già aspettato troppo

Senatrice Presidente della commissione sanità
TAMPONI RAPIDI E TEST SIEROLOGICI TAMPONE RAPIDO TEST SIEROLOGICO SCREENING DIAGNOSTICA CORONAVIRUS COVID-19 PERSONALE SANITARIO MEDICO MEDICI OPERATORE OPERATORI SANITARI IN ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO TUTA PROTETTIVA TUTE PROTETTIVE VISIERA VISIERE
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Tra i tumori a più alta sopravvivenza ci sono quelli che possono beneficiare di terapie efficaci e diagnosi precoci come quelli al seno, alla cervice uterina o al colon retto. Lo screening oncologico è una delle armi più potenti che abbiamo per combattere il cancro. Eppure da più di due anni, da quando il Covid ha stravolto le nostre vite, quest’arma è ‘spuntata’. La pandemia ha provocato ritardi nelle diagnosi, negli interventi chirurgici e nelle cure oncologiche che ancora facciamo fatica a recuperare.

I dati parlano chiaro: 36 per cento in meno di Pap test, 29 di mammografie e 34 per cento in meno di screening al colon retto. Tutto questo deve smuovere le nostre coscienze. Siamo difronte a uno tsunami medico, sociale ed economico. Ecco perché noi parlamentari, in maniera unitaria, torniamo a chiedere al governo di fare in fretta e di concretizzare il Piano nazionale oncologico, partendo da quello europeo. Prendiamo atto degli aggiornamenti che ci sono stati illustrati dal sottosegretario Sileri, ma abbiamo bisogno di andare più in fretta, di decidere azioni, scadenze e un cronoprogramma. Ci troviamo difronte a una situazione a tratti paradossale: da una parte ci sono i notevoli progressi scientifici e tecnologici che ogni giorno fa la medicina; dall’altra i ritardi nell’agevolazione dell’impiego dell’intelligenza artificiale avanzata, l’aumento delle liste d’attesa, le differenze regionali che costringono i pazienti ad andare da una regione all’altra, l’assenza di una normativa per il diritto all’oblio per i guariti e la mancanza dei decreti attuativi per la rete nazionale dei tumori. Il Covid ha amplificato e reso più grave una situazione che era già difficile, ma ora abbiamo davanti una sfida molto importante: dobbiamo riscattare la nostra sanità, dobbiamo cambiarla e renderla veramente a misura di paziente.

Per prima cosa però dobbiamo fare un’analisi concreta delle risorse. Il Pnrr ci offre una grande occasione di sviluppo, tuttavia i fondi per la sanità non sono ancora sufficienti. Le Regioni rivendicano 5 miliardi di mancate risorse. In riferimento al 2022 avremo un incremento di 2 miliardi previsto dalla legge di Bilancio, ma non basteranno per la sostenibilità del sistema sanitario. Servono più risorse economiche, soprattutto per affrontare di petto e molto celermente le liste d’attesa. Un malato oggi non può aspettare un piano quinquennale. C’è bisogno di risorse per un piano sistematico di prevenzione delle malattie oncologiche e c’è necessità anche di molti professionisti sanitari e socio-sanitari e di formazione del personale. Senza il personale e senza un’adeguata formazione non si riuscirà a sviluppare sul territorio le case di comunità, che dovranno alleggerire il carico sugli ospedali e sui pronto soccorso. Dobbiamo stare molto attenti a non creare delle scatole vuote e a non vanificare il nostro lavoro. E poi dobbiamo rendere reale il fascicolo sanitario elettronico, lo strumento che dovrà raccogliere tutta la nostra storia medica. Insomma, mettiamo subito le basi per una buona sanità, non perdiamo più altro tempo. Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato è quanto sia importante la nostra salute e quella di tutti gli altri.