I percorsi di Rocco Casalino e Arianna Meloni sono di quanto più diverso ci possa essere. Ma il traguardo è lo stesso. Entrambi, checché ne dicano, hanno rifiutato una candidatura blindata alle prossime elezioni europee. Hanno saltato un giro con l’obiettivo di rilanciare. Infatti tutti e due vogliono rimanere a Roma per approdare in Parlamento alla prossima legislatura. Con la prospettiva di una carriera politica duratura. Dal backstage dalla politica a uno scranno a Montecitorio o Palazzo Madama. Solo che i dioscuri di Giuseppe Conte e Giorgia Meloni stanno compiendo un tragitto diverso. Un sentiero inverso l’uno rispetto all’altra.

Rocco e l’abisso mediatico

Rocco Casalino, dopo le ultime elezioni politiche, ha deciso di inabissarsi mediaticamente. Una pausa dopo l’ipervisibilità sperimentata durante gli anni da portavoce a Palazzo Chigi con Giuseppe Conte premier gialloverde e poi giallorosso. Casalino si è ritagliato il ruolo di responsabile della comunicazione dei senatori del M5s. Non si vede più in giro alle costole di Conte. Lo spin doctor più famoso ha vissuto di nascosto questa fase politica. Tanto da alimentare le indiscrezioni su un clamoroso raffreddamento dei rapporti con il leader del Movimento. In verità, la riservatezza di Casalino è dovuta alla stanchezza di stare sotto i riflettori. Ma è anche propedeutica a una discesa in campo in prima persona. Con il sogno di far dimenticare le innumerevoli gaffe e certe asprezze mostrate nella gestione del ruolo di comunicatore principe di Palazzo Chigi. E infatti per le europee sembrava fatta.

Il M5s cercava volti noti in grado di calamitare gli elettori. Casalino sembrava perfetto. Per lui, che è di origini pugliesi come Conte, si prospettava una corsa nel collegio del Sud, il forziere dei consensi pentastellati. Poi l’operazione della candidatura è saltata. L’ex portavoce ha preferito evitare un trasferimento a Bruxelles e Strasburgo. Per motivi personali, innanzitutto. Casalino ha comprato una nuova casa nel centro di Roma. Ed è tornato sotto i riflettori proprio per le vicissitudini che hanno accompagnato la ristrutturazione della dimora. In principio le storie su Instagram con tutti i dettagli della residenza, poi i litigi a sfondo omofobo con gli ambulanti di Piazzale Flaminio, infine la truffa denunciata dal comunicatore. Con la ditta che avrebbe preso i soldi senza completare i lavori. Ma soprattutto, a motivare la rinuncia all’Europarlamento, ci sono ragioni politiche. Bruxelles e Strasburgo sarebbero state un esilio dorato in quella che è ancora considerata una periferia del potere. Meglio Roma. Meglio il Parlamento al prossimo giro. Quando la candidatura dell’ex portavoce è più che probabile.

Arianna alle prove generali

La sorella di Giorgia Meloni vede lo stesso traguardo. La Camera o il Senato alla prossima legislatura. Anche il suo nome circolava come candidata alle europee di giugno. Ma, alla fine, a correre sarà la premier. Arianna, a differenza di Casalino, deve fare pratica con le telecamere e i titoli di giornale. Perciò sarà in prima linea in questa campagna elettorale per tirare la volata a “Giorgia”, impegnata nel suo ruolo di presidente del Consiglio. Arianna Meloni sarà nella Puglia scossa dagli scandali giudiziari. Quindi nella Sardegna espugnata dai giallorossi a fine febbraio scorso con la grillina Alessandra Todde. Un piccolo tour tra il Centro e il Sud dell’Italia per prendere confidenza con i palchi e i comizi.

Il battesimo del fuoco a Viterbo, nella piccola capitale della destra post-missina, in un evento elettorale di due settimane fa. L’altra Meloni, coordinatrice della segreteria politica di Fratelli d’Italia, ha cominciato a parlare pure con i quotidiani. L’ultima intervista ieri a Il Giornale. Giorgia? “È stimata ovunque, tutti la guardano come un esempio perché è una persona che non è mai scesa a compromessi, che è arrivata al governo dicendo quello che pensa e facendo quello che dice”. Lei, Arianna, invece si definisce “una donna di partito come tanti altri”. Si descrive come una cultrice dell’understatement. Eppure, l’ingresso nel Palazzo, prima o poi, sembra quasi un approdo scontato. Forse anche il coronamento di una militanza lunghissima, sempre vissuta lontano dai riflettori. Intanto, la sorella della premier è il dominus del partito di maggioranza relativa. Coordina il tesseramento e l’organizzazione di FdI. Tutti i dirigenti meloniani, da Nord a Sud, bramano il suo numero di cellulare. Per la consacrazione definitiva manca soltanto un seggio. A Roma, non a Bruxelles.