Una proposta scritta a 4 mani con Roberto Biondini, giovane bocconiano neolaureato in economia e finanza da breve tornato da un’importante esperienza a Bruxelles
La crisi sanitaria del Covid-19 ha modificato profondamente le abitudini quotidiane di tutti i cittadini. Occorrono grandi innovazioni, idee che possano inventare sistemi nuovi ma, anche, piccole pratiche rivoluzioni quotidiane. Per questo pensiamo che velocizzare i pagamenti nel market sotto casa potrebbe essere vantaggioso per tutti noi.
Abbiamo assistito a diverse misure messe in atto per evitare la diffusione del virus da parte dello Stato; oltre alla quarantena di queste settimane, altre azioni si presentano spontanee tra la popolazione per evitare il più possibile il contatto con oggetti e superfici potenzialmente infetti dal Covid-19. Sono frequenti uso di mascherine, guanti e detergenti negli spazi più sensibili alla routine. E la precauzione non fa mai male, anzi, il linguaggio comune usa dire che prevenire è meglio che curare.
Un elemento su cui negli ultimi tempi si è discusso abbastanza è se le banconote e la moneta possano essere veicolo di infezione e se un contatto con esse possa essere quindi pericoloso per la salute pubblica. Il mensile Focus cita lo studio della New York University, la quale ha analizzato la presenza di microbi sulle banconote da un dollaro di Manhattan. Lo studio avrebbe identificato oltre 3mila tipi di batteri inclusi alcune specie resistenti agli antibiotici, tra di essi si ricordano: stafilococchi patogeni, batteri associati all’ulcera gastrica, alla polmonite e alle intossicazioni alimentari. Anche le monete, secondo uno studio della Clinica Universitaria di Amburgo-Eppendorf, possono essere veicolo di trasmissione di patogeni.
Mentre la BCE ha già fatto sapere che non ci sono prove della diffusione del Corona virus tramite la moneta, la FED ad inizio epidemia aveva già cominciato a stipare per 10-12 giorni le banconote provenienti dall’Asia prima di rimetterle in circolazione. Ed inoltre, a quanto riporta il corriere della sera, ‘Cina e Corea hanno già avviato procedure di disinfezione di banconote in circolazione. E ora anche Banca d’Italia ha deciso di tenere da parte presso le filiali per 14 giorni le banconote e monete ritirate in grossi quantitativi da Banche e società di servizi’.
Di fatto, l’uso di alcune norme igieniche da parte delle banche centrali sulla moneta è testimone di una necessaria prevenzione dalla diffusione del virus anche per quanto riguarda la circolazione del contante. Per non parlare del tempo che impieghiamo alla cassa per cercare in tasca contanti, monetine e in attesa di eventuale resto.
Perché quindi non incentivare l’utilizzo di mezzi di pagamento digitali per salvaguardare con più sicurezza l’incolumità delle persone? Una proposta interessante arriva da Rodolfo Pambianco, docente presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi: “Una rapida risposta per velocizzare i pagamenti elettronici potrebbe essere, per esempio, l’incremento da €25 a €50 del limite per transazioni con carte di pagamento contactless, cioè senza la necessità di comporre il pin. Questa procedura renderebbe il pagamento più veloce e più sicuro per la salute del consumatore, limitando il contatto con la moneta e con il POS potenzialmente infettati. In aggiunta, questa precauzione potrebbe essere uno strumento utile per la lotta all’evasione fiscale, oltre che rafforzare la comodità dell’uso della carta rispetto ai contanti per il cliente.”
E in effetti, se il Covid-19 è una recente malattia da combattere senza tregua, il ‘cancro’ dell’evasione fiscale è un male che il Bel Paese si trascina da decenni. Secondo Wall street Italia, il totale dell’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonta a quasi 110 miliardi di euro l’anno, una piaga enorme per l’economia della penisola e per i contribuenti onesti. Soldi che, se recuperati, potrebbero evitare scostamenti di debito pericolosi per la tenuta finanziaria dell’Italia e che, in particolare, potrebbero essere utilizzati per investimenti in sanità e lotta al Corona virus.
Insomma, il Covid-19 è il dramma sanitario, sociale ed economico più intenso dalla Seconda guerra mondiale ad oggi, ormai non ci sono più dubbi. La paralisi che il virus ci provoca, però, deve essere soppiantata dall’ingegno per affrontarlo, perché come diceva Galileo Galilei: “Dietro ogni problema, c’è un’opportunità”.
Francesco Caroli e Roberto Biondini
© Riproduzione riservata