L'ossessione punitiva
Cannabis light come il divieto penale delle foglie di basilico, governo-acchiappafantasmi manda gambe all’aria il lavoro di 15mila persone
La politica criminale adottata dal governo in carica sta raggiungendo accenti che credo sia giusto definire surreali. La settimana scorsa abbiamo analizzato l’ormai leggendario “reato universale” di maternità surrogata, scoprendo come, al di là delle fosche intenzioni, il testo approvato non differisca in realtà di una virgola dalla norma previgente. Insomma, il nostro legislatore è talmente ossessionato dall’obiettivo di “lanciare messaggi” al proprio elettorato, da trascurare del tutto la effettiva efficacia tecnica delle norme che adotta.
Con la cannabis governo ha superato sé stesso
Ma con la equiparazione della cannabis light alla cannabis psicotropa, il Governo, con la maggioranza che lo sostiene, ha superato sé stesso. Ancora una volta, conta solo lanciare un messaggio: “siamo contro ‘le droghe’”, qualunque cosa ciò possa significare, visto che, tra l’altro, l’anatema non sfiora nemmeno il consumo dell’alcool, ed i terrificanti effetti sociali e psicofisici che il suo abuso determina nella popolazione, con numeri incomparabilmente superiori a quelle. Ma per lanciare questo messaggio acchiappaconsensi, si compie una operazione la cui insensatezza supera i limiti di ogni più fervida immaginazione. In odio alla pianta della cannabis, vituperato simbolo di ogni cedevolezza etica, se ne vieta l’uso, industriale e commerciale, anche di quelle parti che sono, pacificamente, prive di THC, cioè del principio attivo psicotropo presente nel resto della pianta medesima.
Il proibizionismo più ottuso che affossa 15mila tra produttori e venditori
Intorno allo sfruttamento di questa innocua pianta, che di rilevante contiene solo CBD, sulla cui efficacia psicoattiva non esiste l’ombra di una pur vaga evidenza scientifica, si era formata in questi anni – caduto il pregiudizio criminalizzante verso la pianta di cannabis tout court – una filiera virtuosa di produttori e venditori (prodotti cosmetici, alimenti, materie prime biodegradabili, semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori e quant’altro) calcolata in oltre 15mila persone. Dalla mattina alla sera, una compagine governativa ossessionata dal proibizionismo più ottuso ed ideologico, ha stabilito che, in buona sostanza, legittimare l’uso industriale e commerciale di una parte innocua di quella pianta equivale a legittimarne l’uso tout court. Non importa se stai facendo qualcosa di simile al divieto penale delle foglie di basilico, insomma non importa calpestare uno dei princìpi fondativi del diritto penale liberale, cioè quello della necessaria offensività della condotta che si intende punire. Qui conta lanciare segnali ideologici, e conta farlo brandendo alla cieca lo strumento della sanzione penale.
Governo come gli acchiappafantasmi
Insomma, è un po’ come quel meraviglioso film americano degli anni 80, Ghostbusters, dove i nostri prodi eroi uscivano baldanzosi, armati di improbabili strumenti, per cacciare fantasmi, tra ali di folle plaudenti. Solo che qui, oltre che a prendere a bastonate l’aria, si sono anche date bastonate vere, e dolorosissime, a più di 15mila onesti lavoratori. Oltre che ai princìpi fondamentali del diritto penale liberale, naturalmente: ma questa è ormai la regola, e lo abbiamo ben capito ormai. Buona lettura.
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