Energia
Caro bollette, il prezzo medio è un segnale di mercato fittizio
Chi dice che la bolletta italiana è il triplo o il quadruplo di quella UE crea confusione che nuoce al paese, sentenzia Flavio Cattaneo AD di Enel dal palco degli Stati Generali sull’Energia organizzati da Forza Italia. A seguire l’immancabile mantra che risolleva gli animi: “Incrementare le rinnovabili in modo moderno in Italia è la strada per ridurre di molto il costo dell’energia”. Ormai anche il consumatore meno avveduto è stato indottrinato sulle responsabilità del caro bolletta. Ultimamente il nuovo colpevole è diventato il meccanismo di formazione del prezzo sul mercato all’ingrosso dell’energia elettrica.
Energia rinnovabile al prezzo del gas
All’origine di tutti i mali, è il sistema del costo marginale che trascina all’insù le bollette. Ma pure questa è disinformazione, o post verità. Ci dicono che noi abbiamo questo sistema distorsivo impostoci dai poteri forti dell’UE, che fa sì che paghiamo l’energia rinnovabile al prezzo del gas. Effettivamente per come funziona oggi le offerte si ordinano in curva di merito e l’ultima offerta che entra nel paniere determina il prezzo per tutte quante. Quindi tutti dal ministro Pichetto in giù, ripetono convinti (e convincenti) che se aggiungiamo rinnovabili – che hanno un costo di produzione più basso – continueremo a spostare la curva dell’offerta finché le rinnovabili copriranno l’intera domanda di energia elettrica e a quel punto il prezzo sarà fissato molto più in basso (rispetto a quello di generazione di una centrale a gas). Purtroppo, è una mezza verità. Intanto va chiarito che noi non paghiamo un costo dell’energia ma un prezzo dell’energia. Ovvero quand’anche il prezzo sul mercato all’ingrosso venisse fissato dal costo delle rinnovabili quindi a livelli molto bassi o nulli – come accade in alcune ore del giorno perché sono le prime fonti a essere offerte sul mercato all’ingrosso – queste poi vengono retribuite fuori mercato con le tariffe incentivanti. Quindi anche se noi spingessimo al 90-100 per cento l’offerta di rinnovabili, saturando la domanda e queste determinassero il prezzo d’equilibrio, noi non andremmo a pagare semplicemente il prezzo all’ingrosso determinato in borsa elettrica. Il prezzo medio, PUN, è un fittizio “segnale di mercato” perché non riflette comunque, il prezzo reale pagato nelle bollette. Perché il 100 per cento dell’energia rinnovabile sarà retribuita con tariffa garantita.
La forchetta delle tariffe garantite
A quanto ammontano queste tariffe garantite? Quelle dei primi conti energia che sono tariffe garantite a 20 anni e inizieranno a scadere nel 2028, oscillano in una forchetta tra 378 e 417 € a MWh; cioè, il triplo di quello che oggi è il prezzo di mercato che si attesta intorno a €120 a MWh. Se questo vale per l’energia generata dagli impianti rinnovabili installati tra il 2008 e il 2010, per gli impianti futuri si continuano a pagare incentivi nonostante, nel frattempo, il costo dei pannelli sia precipitato del 90%. Il decreto Fer X transitorio approvato l’anno scorso fissa la retribuzione degli impianti eolici a €185 a MWh. In Inghilterra li pagano 60€ a MWh. Lo stesso decreto fissa la retribuzione dei parchi solari a €110 a MW al Nord Italia e €95 al Sud. In Giappone con la stessa insolazione sono pagati 34€. Perché da noi i pannelli solari vengono retribuiti il triplo a parità di insolazione?
Quali benefici tangibili?
La ragione non è nota, l’esito sui bilanci di alcune aziende però sì. ENEL Green Power riporta un EBIT pari al 37% del fatturato che è 10 punti in più di quello che fa un marchio del lusso come Lamborghini. Terna ha un EBIT di 45% pari a 17 punti in più di un marchio del lusso come Ferrari. Alle rinnovabili negli ultimi nei 20 anni, dal 2008 al 2028, sono stati destinati fondi per un valore cumulato di 230 miliardi. Sembravano tanti prima del Superbonus, adesso l’effetto è ridimensionato e tutto sommato almeno sono più diluiti. Il problema non è che al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica non sappiano fare di conto; ma che la lobby della filiera degli impianti solari ed eolici ha condizionato le politiche energetiche dei governi di tutti i colori negli ultimi decenni. Poi con quali benefici tangibili per l’ambiente e PIL del paese? Oggi abbiamo 38 GW installati di fotovoltaico e 12 GW di eolico, ma è davvero ragionevole installare ulteriori 50GW di pannelli e 10 GW di pale entro il prossimo quinquennio come indicato dal piano nazionale? Invece di ripetere ad nauseam che bisogna aumentare le rinnovabili, avviamo una stima non ideologica (e con solide basi di terzietà) sui benefici e costi (proprio tutti) delle alternative di scelte energetiche.
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