C’è Resistenza e resistenza? Ci può essere differenza tra quella dei popoli che si battono contro le aggressioni di altri paesi? E che combattono per difendere la loro indipendenza? Che differenza c’è tra la nostra Resistenza al nazifascismo e quella ucraina all’invasione russa? Come nello schieramento partigiano italiano esistevano differenze anche sostanziali di indirizzo politico, pensiamo alle tre guerre, patriottica, democratica e di classe, delle quali parla lo storico Claudio Pavone nel suo libro “Una guerra civile”, così ci saranno differenze, tra il nazionalismo estremo della brigata Azov e il moderatismo delle forze più europeiste, anche nella Resistenza ucraina.

Ma sarebbe l’ora di smetterla di creare ad arte delle divaricazioni tra la conquista del nostro 25 aprile e il drammatico percorso che per ora non ha portato a un analogo 25 aprile di Kiev. I differenziatori, in realtà, siano essi dirigenti di associazioni di partigiani che partigiani non sono mai stati, siano intellettuali e professori da salotto televisivo, non sanno poi spiegare quali siano le differenze. Il coinvolgimento degli Usa? Gli Usa, e meno male che così sia stato, furono attivi e partecipi nell’appoggio alla lotta di liberazione del popolo italiano. Senza questo apporto, e senza la controffensiva sovietica all’operazione Barbarossa, la guerra sarebbe stata vinta da Hitler. Quello di Putin é un regime autoritario e bellicista, ossessionato da quella paura storica dell’accerchiamento della quale parla oggi sul Corriere Angelo Panebianco. Che ci siano, a sinistra (a destra é più comprensibile) dei tentennamenti, delle esitazioni, quando non dei veri e propri giustificazionismi, mi risulta davvero incomprensibile.