Precisazioni sull’ordine di priorità per i tamponi e l’ok ai test molecolari veloci, ovvero ai tamponi rapidi, che, grazie alla rilevazione dei geni virali nelle secrezioni respiratorie, riescono a dare in poco tempo l’esito della positività al coronavirus. Sono alcuni dei punti contenuti nell’ultima circolare del Ministero della Salute.

Innanzitutto, viene messa nero su bianco la lista di priorità per l’esecuzione dei tamponi. Al primo posto ci sono i pazienti che manifestano i sintomi, febbre e tosse, i loro contatti più stretti e le persone ricoverate in ospedale o in strutture per anziani con un’infezione respiratoria. Hanno però diritto al tampone, anche in caso di sintomi lievi, anche alcune categorie particolarmente esposte: personale medico, i lavoratori dei servizi pubblici essenziali con sintomi lievi, coloro che lavorano nelle case di riposo, e i soggetti più fragili per gravi patologie pregresse. Invece, nelle aree in cui il contagio è più contenuto, e “se si dispone di risorse sufficienti”, i test vanno effettuati su tutti i pazienti con infezione respiratoria“. In ogni caso, viene specificato, non si potrà accedere al tampone senza prescrizione medica od ospedaliera.

Infine, riguardo i test sierologici, ovvero quei test che si eseguono prelevando una goccia di sangue e non parte della secrezione di gola e naso, viene specificato che non sono ancora pienamente validi. Nonostante molte Regioni abbiano iniziato ad usarli come primo strumento diagnostico, in attesa del tampone, per il loro pieno utilizzo bisognerà aspettare. Tali test, infatti, sono i grado di dire se un soggetto è entrato in contatto con il virus ma non distingue tra chi è guarito e chi no, parametro fondamentale per contenere il contagio.

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