Italia
Bollette, è possibile far risparmiare gli italiani. Ma il governo deve volerlo
Nella recente relazione sull’anno di attività passato Stefano Besseghini, Presidente di ARERA, l’autorità dell’energia e di altri servizi regolati ha sottolineato come la parte di bolletta costituita dalla quota non attinente al costo dell’energia, ma ad oneri vari, inclusi gli incentivi alle rinnovabili, costi del trasporto e del contatore e tasse varie continui a crescere e sia fra le più alte d’ Europa. Nuovi investimenti sono già previsti: nuove linee di trasmissione e di distribuzione, batterie per gli accumuli, comunità energetiche, nuovi incentivi alle rinnovabili. Tutti destinati ad essere remunerati in bolletta.
Tanto che il Presidente Besseghini ha sottolineato che ad appesantire la bolletta degli italiani è la componente congiunta degli oneri di sistema e imposte e tasse che nell’ultimo anno ha registrato +15%. In particolare la dinamica delle imposte e tasse, secondo un’analisi di Confartigianato, ha prodotto un divario tra carico fiscale italiano e quello europeo del 144,6%. Penalizzando in modo disomogeneo le imprese: maggiormente le PMI con consumi inferiori a 50MWh e in misura decrescente quelle con consumi maggiori fino a generare un vantaggio fiscale per gli energivori.
Di chi è la responsabilità? Diciamo che va spartita equamente fra l’Autorità stessa e il Governo. L’Autorità dovrebbe spiegare per esempio come sia possibile che i margini riportati nei bilanci di chi gestisce i servizi a rete come TERNA, Enel Distribuzione, Italgas, Snam, mostrino margini di guadagno che nessuna impresa privata può vantare e che si avvicinano in diversi casi ad EBIT del 50%. Siccome i loro ricavi derivano quasi esclusivamente da servizi regolati la cui remunerazione è stabilita dall’Autorità stessa, sarebbe da chiedersi perché sia concesso un premio di queste dimensioni. Forse perchè essendo possedute direttamente o indirettamente dal Tesoro, il Governo non intende rinunciare alla distribuzione di ricchi dividendi e alla capitalizzazione di borsa? Naturalmente questo avviene a spese degli utenti e soprattutto di quelli più deboli.
Poi c’è il capitolo delle responsabilità del Governo. L’ultima, la più clamorosa riguarda il rinnovo delle concessioni per la distribuzione. Resa onerosa per le imprese che ne beneficiano, ENEL ed ex municipalizzate varie, ma dando loro la possibilità di immetterle nel calcolo del capitale investito che l’Autorità remunera. In pratica, il Tesoro surrettiziamente ha messo un’altra tassa sulle spalle degli italiani: da riscuotere anticipatamente dalle imprese concessionarie che poi la ribaltano nelle bollette. Durante la crisi ucraina somme ingenti sono state destinate alle categorie più deboli e alle imprese. Peccato che nel frattempo l’aumento delle bollette fosse dato anche dall’incremento soprattutto del gettito IVA proporzionale al totale fatturato in bolletta. In pratica l’IVA, oltre che sul costo della materia prima e sugli oneri di sistema, si calcola anche sulla voce imposte e tasse.
Poi c’è la partita di tutti i nuovi incentivi destinati alle rinnovabili decisi con gli ultimi provvedimenti governativi. Tra questi anche il pagamento della quota di energia da fonti rinnovabili la quale, ai fini della stabilità della rete, viene letteralmente buttata via (curtailment). Non ultimo, sul tavolo del Governo arriva il rinnovo delle concessioni idroelettriche. Secondo gli impegni presi a Bruxelles esse dovrebbero essere messe in gara ma si può scommettere che verrà trovata una scappatoia per evitare che questo avvenga.
Ma dal momento che la ricchezza principale delle centrali idroelettriche, generalmente ampiamente ammortizzate e con costi operativi assai bassi, è data dall’acqua con cui si alimentano e questa è proprietà pubblica, si potrebbe almeno cercare di concordare un equo prezzo di cessione dell’energia prodotta. Nel periodo della crescita enorme dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica le centrali idro hanno goduto di rilevanti extraprofitti, catturando alla borsa elettrica lo stesso prezzo marginale del gas. La cosiddetta rendita idroelettrica da quello che veniva denominato il “carbone bianco”, è praticamente raddoppiata.
Se si vuole diminuire la bolletta degli italiani si può. Però si deve volerlo.
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