Dai rapporti “leali ma non subalterni” con il presidente americano Donald Trump agli “attacchi sessisti” ricevuti più volte e “nel silenzio di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne”, passando per i risultati ottenuti dal suo governo in tema di lavoro (“aumento assunzioni e riduzione precariato”). Seconda intervista in una settimana per la premier Giorgia Meloni. Dopo quella rilasciata al Corriere della Sera, è il turno dell’agenzia Adnkronos.

Meloni e le politiche del 2027

Nel colloquio con il direttore Davide Desario, la presidente del Consiglio parla del programma elettorale e, indirettamente di una sua ricandidatura alle politiche del 2027 (che si terranno probabilmente prima dell’estate): “Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”, ha spiegato Meloni aggiungendo che “vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera. E vale per il lavoro”.

Con Trump “leali ma mai subalterni”

Sul rapporto con Trump è netta: “Siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli Stati Uniti, con lealtà ma senza subalternità”. Poi rivendica la propria gavetta politica dicendosi dispiaciuta degli attacchi, spesso laterali, che ha ricevuto. Attacchi che in verità hanno subito anche i precedenti premier (da Berlusconi a Renzi allo stesso Conte). “Sono cresciuta in un quartiere storicamente di sinistra (Garbatella a Roma, ndr) e ho iniziato la mia militanza politica a scuola, in infuocate assemblee studentesche. Sono abituata al confronto politico, anche a quello più aspro. Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia. Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination”.

La premier parla anche degli attacchi sessisti ricevuti: “L’altra cosa che mi colpisce è che troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento”.

Salari bassi, la premier dribbla le opposizioni: “Pronta legge storica”

Sui salari bassi in Italia, tema tornano prepotentemente alla ribalta in questi giorni (in concomitanza con la festa dei lavoratori del primo maggio), Meloni dribbla le critiche delle opposizioni e fa riferimento solo alle parole del Capo dello Stato: “Ho visto l’intervento di Mattarella e non ho sentito quelle parole, anche se sono state riportate da alcuni organi di stampa. Il presidente della Repubblica ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, anche se dal 2024 si assiste ad una ripresa. Abbiamo molto terreno da recuperare, ma sono particolarmente fiera del fatto che questo governo sia riuscito ad imprimere un cambio di rotta”. Meloni ha ricordato che in questi due anni e mezzo di governo “abbiamo lavorato per sostenere i redditi più bassi, segnatamente quelli da lavoro. Lo abbiamo fatto con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, con i bonus bollette, con gli sgravi fiscali alle aziende che assumono donne, giovani, ex percettori di reddito e disoccupati di lungo corso”. I dati sull’occupazione “ci dicono che dall’inizio del nostro governo abbiamo avuto un milione di nuovi posti di lavoro, in gran parte a tempo indeterminato e con un record per l’occupazione femminile. Abbiamo rinnovato molti contratti pubblici, non ultimi quelli della scuola e del comparto sicurezza e difesa e stiamo esercitando la nostra moral suasion per i contratti privati ancora bloccati. Stiamo anche procedendo con una legge storica che introdurrà la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa”.

Sulle riforme annunciate dal suo governo, Meloni ha ribadito che il premierato è la “madre di tutte le riforme” che “insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato. Andremo avanti perché vogliamo rafforzare la nostra democrazia e difendere il diritto dei cittadini a scegliere da chi farsi governare. Ci riusciremo”.

Natalità. “Vorrei ottenere stessi risultati occupazione”

Tema natalità. La premier vorrebbe “ottenere gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell’occupazione e su quello del contrasto all’immigrazione irregolare. Il sostegno alla natalità rimane una priorità a cui abbiamo dedicato misure importanti e risorse significative, ma non basta. I risultati sono ancora insufficienti”. Per Meloni occorre “continuare a sostenere le madri lavoratrici e a rafforzare gli strumenti di conciliazione famiglia lavoro. E oltre a ciò serve una grande alleanza culturale, per cambiare la narrazione secondo la quale mettere al mondo un figlio sia un carico troppo gravoso per la carriera e per le ambizioni personali, soprattutto delle donne”.

Carceri: “No indulti, entro fine mandato 7mila posti in più”

Sul tema carceri la premier non arretra. Conferma il piano del suo governo relativo alla costruzione di nuovi penitenziari “per arrivare alla fine della legislatura con una capienza aumentata di almeno settemila unità”. L’attuale sovraffollamento secondo Meloni non si può risolvere con “indulti e svuotacarceri” nonostante l’ultimo appello di Papa Francesco che il giovedì santo, pochi giorni prima di morire, ha fatto visita ai detenuti di Regina Coeli. “Mi hanno molto colpito le parole di papa Francesco quando all’uscita della sua ultima visita a un carcere ha detto che, ogni volta che vede dei carcerati, pensa ‘perché loro e non io’. Non dobbiamo mai perdere la nostra umanità nei confronti di chi ha sbagliato e sta scontando una pena. Certamente le condizioni carcerarie ci preoccupano, abbiamo ereditato una situazione pesante sia per i detenuti che per gli agenti di polizia penitenziaria a cui stiamo cercando di porre rimedio con interventi straordinari e un nuovo piano di edilizia carceraria”. “Ma “non ho mai creduto che la strada per ridurre il sovraffollamento siano indulti e svuotacarceri. Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili. Servono misure strutturali per ampliare gli spazi a disposizione, e per migliorare le condizioni carcerarie, ed è quello che stiamo facendo”.

Redazione

Autore