Ambrogio
I salari scendono e l’Italia perde giovani qualificati. La visione di CNA per l’occupazione che cambia

Nel contesto di una trasformazione globale spinta dal digitale, ci troviamo a un bivio. Importiamo tecnologia, vediamo scendere il potere d’acquisto dei salari e continuiamo a perdere giovani altamente qualificati. In risposta a queste sfide, CNA promuove il rinnovo del CCNL del settore Comunicazione con un’attenzione specifica all’impresa digitale. Questa nuova sezione del contratto collettivo non si limita a regolare il lavoro da remoto, ma propone un vero e proprio modello organizzativo fondato su responsabilità diffusa, flessibilità e valorizzazione del merito. L’obiettivo è dare forma a un’impresa in cui i processi e le dinamiche interne siano profondamente ridefiniti grazie al digitale, con strumenti, piattaforme e criteri che migliorano sia la produttività sia la qualità del lavoro.
Secondo i dati presentati dal Centro Ricerche CNA, in Italia il settore dei servizi digitali coinvolge oltre 100mila imprese e 483mila addetti, generando quasi 65 miliardi di fatturato. Tuttavia, sotto questi numeri si nascondono criticità strutturali: microimprese, freelance non sempre tutelati, produttività limitata e bassi salari. Il nuovo CCNL interviene proprio qui. Fra le innovazioni introdotte spiccano ad esempio la Flexstability, ovvero un equilibrio tra stabilità contrattuale e libertà organizzativa, con contratti a tempo indeterminato ma massima mobilità interna su progetti e team.
Libertà e responsabilità, con orari, luoghi e ruoli flessibili. Il principio di retribuzione legata agli obiettivi, con bonus e compensi variabili legati al valore generato nei progetti. Rilevante il ricorso a piattaforme digitali di gestione: documentazione semplificata, trasparenza nei processi e incentivi gestiti con algoritmi condivisi. L’impresa digitale, così intesa, diventa uno spazio capace di rispondere alle esigenze di una società che cambia: sostiene la partecipazione femminile, favorisce carriere più fluide, supporta la natalità e riduce il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Il nuovo CCNL non è solo una risposta normativa: è una visione strategica per rafforzare l’economia della conoscenza.
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