Ambrogio
Milano, lavoratori invisibili e salari risicati: serve un accordo quadro Regionale

Il lavoro povero avanza. I dati recenti lo confermano sempre di più e l’arrivo dei dazi sicuramente non servirà a eliminare i lavoratori invisibili né a ridare potere d’acquisto ai salari sempre più risicati dei lavoratori di Milano e della Lombardia. Al sindaco Sala la Uil ha presentato una proposta di confronto proprio sui temi dei salari, sui temi della contrattazione di secondo livello, sui temi del welfare. Nell’ambito della città metropolitana si affrontavano i temi per garantire anche su una sorta di secondo livello, maggiore intervento nei confronti dei lavoratori.
Si suggeriva anche di creare anche da parte sua, un rapporto con almeno un tavolo, per poter rafforzare questo tema.
Da tempo la UIL sia a livello nazionale che in Lombardia sostiene un intervento del governo per detassare gli aumenti contrattuali ed esercitare maggiormente la contrattazione di II° livello. Nel nostro paese questo istituto si esercita solo nel 26% dei casi, spesso solo in gruppi o aziende strutturate. In Lombardia, motore del PIL italiano siamo attorno al 30%. Siamo convinti che occorra intervenire rafforzando lo strumento della contrattazione di secondo livello, sperimentando quella di territorio o di filiera per quei settori dove oggi non è esercitata. Il tutto evitando le “gabbie salariali” o come nei mesi scorsi qualcuno pronunciava un “salario Milano”.
Crediamo che Regione Lombardia con lo stesso criterio che ha visto le parti sociali a livello regionale, coordinate dagli uffici di Regione Lombardia, operare per le linee guida su salute e sicurezza per i cantieri edili, possa favorire un Accordo Quadro condiviso tra le organizzazioni sindacali, comprese le categorie, e datoriali comparativamente rappresentative. Si tratta di valorizzare la contrattazione di II° livello sia essa di filiera o territoriale, per tutte quella realtà che non dispongono di tale istituto. Un accordo quadro Regionale in grado di fissare punti e parametri che stimolino le imprese ad affrontare la questione con le rappresentanze sindacali.
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